Data: | 22 ottobre 2011 |
Partenza: | Svizzera, Ticino, Valle Leventina, Personico, Piotta Bella |
Difficoltà: | T3 |
Dislivello: | 1488 m |
Lunghezza: | 12.9 km |
Tempi (soste comprese): | 4h (salita) + 2h 35min. (discesa) |
Tragitto e profilo: | vai alla cartina su SvizzeraMobile |
La Val Marcri è una valle sospesa sopra l’abitato di Personico, si trova sul lato orografico destro della Leventina ed è posizionata tra altre due valli selvagge e poco frequentate; la Val d’Ambrae la Val Nèdro.
Abbiamo deciso di svolgere questa escursione principalmente per vedere dal vivo tre cose:
1) la valle (ovvio)
2) i tre rifugi sempre aperti di proprietà del Patriziato di Personico
3) il laghetto della Val Marcri
L’unico mio dubbio fin dalla partenza riguardava il soleggiamento che in definitiva non è stato molto abbondante come qualcuno al contrario sosteneva…e chissà se quel qualcuno presto o tardi capirà che la sottoscritta ha (quasi) sempre ragione?!? Mmmh…
Il nostro itinerario nel dettaglio:
zona Piotta Bella (513 m) – Venn (736 m) – Faidàl (912 m) – Sassàn (1023 m) – Larecc – Rif. Alpe di Marcri (1602 m) – Rif. Stabbio di Mezzo (1746 m) – Rif. Cascina di Lago (1984 m) – Laghetto Val Marcri (1984 m) – Rif. Cascina di Lago (1984 m) – Rif. Stabbio di Mezzo (1746 m) – Rif. Alpe di Marcri (1602 m) – Larecc – Sassàn (1023 m) – bivio zona stazione arrivo teleferica – zona Piotta Bella (513 m)
Lasciamo l’auto in un comodo spiazzo sulla stradina sterrata nella zona denominata Piotta Bella, la sterrata in questione ha inizio al curvone di quota 502m sulla strada che sale al Bacino artificiale della Val d’Ambra.
Parcheggiato il mezzo ci incamminiamo verso i monti di Faidàl seguendo inizialmente la strada fino a quota 613m e poi un bel sentiero molto largo e simile ad una mulattiera. Superato il bel nucleo di Faidàl ci alziamo verso Sassàn, passate anche queste cascine il sentiero inizia ad essere più stretto, meno evidente, senza marche e più wild ma nonostante ciò riusciamo a seguirlo senza troppe difficoltà. Una particolarità indimenticabile di questo tratto di sentiero è la verticalità, da quota 1096m arranchiamo infatti per una buona mezz’ora su terreno sempre più ripido (zona Larecc), dopo aver passato un caratteristico passaggio sotto ad una roccia arriviamo finalmente all’imbocco vero e proprio della Val Marcri a quota 1361m, sono passate 2 ore!
Da qui in avanti il sentiero spiana sempre più concedendoci di riprende fiato, l’ambiente è selvaggio ed il rumore del traffico leventinese non giunge più alle nostre orecchie, sentiamo solo lo scorrere dell’acqua del vicino riale Margarasca che costeggeremo sulla sinistra orografica per quasi tutto il resto dell’escursione.
Una mezzoretta più tardi circa arriviamo al primo rifugio all’Alpe di Marcri dove ci fermiamo per ammirare la struttura e lasciare un segno del nostro passaggio nel libro delle visite.
La sosta non è delle più piacevoli dato che manca il sole e fa un freddo cane, ci rimettiamo di nuovo in marcia e nel bosco incontriamo le prime formazioni di ghiaccio della stagione, qui i miei dubbi iniziano a trovare conferma…mi sa tanto che il sole da ste parti non arriva più già da qualche tempo. Lemme lemme spuntiamo nei pascoli di Stabbio di Mezzo dove visitiamo il secondo bel rifugio, all’esterno vi è un impressionante gendarme di pietra alto più di due metri…pausa foto, firmette nel libro e via di nuovo che l’è sempro pisé frecc! Brrrrr
Camminare camminare, un due, un due, un due…non funziona…ormai siamo dei ghiaccioli pure noi e non ci si scalda più, ma lassù in cima alla valle, oltre quel muro di pietra all’apparenza invalicabile sembra ci sia il sole…speriamo!
Facendo bene attenzione a non scivolare sui lastroni di ghiaccio sparsi un po’ovunque proseguiamo, attraversiamo il fiume per ben due volte e arriviamo ai piedi della parete di roccia attorno a quota 1900m circa.
Un ingegnoso sentierino sale a risvolti tra le alte pareti e ci permette di superare gli ultimi 80 metri di dislivello, una volta in cima veniamo baciati dal sole..evviva!
Ancora pochi passi e arriviamo al Rifugio Cascina di Lago dove scopriamo che la costruzione è si al sole ma il laghetto situato in una conca lì accanto è purtroppo del tutto in ombra e già completamente ghiacciato! Sigh!
Ad ogni modo la zona è molto bella, contornata da larici, inoltre il colpo d’occhio sulla cantena di montagne in Val di Blenio non è affatto male, in risalto come al solito c’è l’inconfondibile massiccio dell’Adula. Durante il pic-nic arriva anche un po’ di luce in zona laghetto quindi ci attardiamo per fare qualche foto e poi prendiamo la via del rientro perché fa sempre freddissimo ed è bene non stare fermi troppo a lungo. La discesa fila via liscia, passiamo di nuovo dallo Stabbio di Mezzo dove guarda caso è arrivato il sole, spettacolo i larici dorati lì attorno…fare qualche foto è d’obbligo.
Giunti a Sassàn, più precisamente nella zona della stazione d’arrivo della teleferica per il trasporto del materiale, prendiamo un vecchio sentiero non marcato che in modo più diretto ci riconduce alla nostra auto. Ora ci manca solo la Val Nèdro…
Gita bella in una valle selvaggia che merita senz’altro di essere esplorata, i rifugi sono spartani ma ben tenuti e sempre aperti. Questo come avrete intuito non è il periodo più adatto per andare in Val Marcri, i larici dorati sono senza dubbio una superba visione ma col buio perdono un po’del loro fascino. Magari si potrebbe avere più fortuna anticipando la gita di qualche settimana o di un mesetto.
Il notevole dislivello rende l’escursione abbastanza impegnativa, per il resto, salvo qualche passaggio reso delicato dalla presenza di ghiaccio, non vi sono difficoltà di rilievo da segnalare (T3).
(scritto da: Ale)