Data: | 14 agosto 2021 |
Partenza: | Svizzera, Grigioni, Valle Mesolcina, San Bernardino |
Difficoltà: | T2 |
Dislivello: | 1020 m |
Lunghezza: | 17.5 km |
Tempi (soste comprese): | 2h 15min. (Bocchetta de Curciusa) + 30min. (rifugio) + 4h (discesa) |
Tragitto e profilo: | vai alla cartina su SvizzeraMobile |
È ormai da diversi anni che desideriamo compiere la traversata da San Bernardino a Nufenen via Val Curciusa e finalmente il grande giorno è arrivato.
A farci compagnia oggi ci sono anche Tiziano e Marzio.
Per effettuare questa escursione bisogna per forza di cose utilizzare i mezzi pubblici o disporre di due auto, cosa poco ecologica ma in tempi di covid può ancora essere tollerata.
Essere in 4 oggi gioca a nostro favore, così di prima mattina lasciamo un’auto a Nufenen mentre l’altra la parcheggiamo nell’area di sosta camper all’uscita dell’autostrada a San Bernardino.
Questo è l’itinerario:
San Bernardino (1629 m) – quota 1661 m – quota 1779 m – Bosch de Pian Scundù – Chianchit de Pinec – quota 2279 m – laghetto quota 2388 m – Bocchetta de Curciusa (2417 m) – quota 2401 m – Rifugio Curciusa – Curciusa Alta – quota 2084 m – quota 1994 m – Curciusa Bassa – La Motta (1935 m) – quota 1847 – Alp de Rog (1810 m) – quota 1635 m – Underm Wald – Nufenen (1563 m)
Attraversato il villaggio di San Bernardino e superati alcuni pascoli, ci addentriamo nella bella pineta che porta il nome di Bosch de Pian Scundù.
La salita sarà breve, la Bocchetta de Curciusa che corrisponde al punto più elevato sul percorso, si trova ad appena 800 metri e 4.5 km sopra le nostre teste.
Questo però non deve trarre in inganno, la traversata fino a Nufenen è tutt’altro che breve visto che si sviluppa su un percorso totale lungo ben 17km.
Il sentiero è segnalato e senza problemi guadagniamo terreno, godendoci nel frattempo il panorama su San Bernardino e dintorni che si fa sempre più ampio.
Dopo una ripida salita durata circa 2h 15 minuti raggiungiamo il valico e il grazioso laghetto senza nome che giace lì accanto.
Da qui proseguendo per altri 30 minuti, prima in falso piano poi in leggera discesa, arriviamo al nuovissimo Rifugio Curciusa, costruito l’estate scorsa.
È una moderna struttura di forma piramidale (o a “Toblerone” come indicato sul sito ufficiale del bivacco) davvero bella e accogliente, l’interno si presenta tutto in legno chiaro con una comoda cucina a gas e 11 posti letto. Il rifugio è stato costruito dal mesolcinese Gruppo Promotore Sentieri delle Cime e sarà un punto d’appoggio sul futuro “Sentiero Gran Panorama”, una via alta che si snoderà dal Pizzo Tambo al Corno di Gesero lungo il crinale italo-svizzero tra Val Mesolcina e Val San Giacomo.
Dal punto di vista estetico e strutturale assomiglia molto al Rifugio Pian Grand che si trova sopra Pian San Giacomo lungo il Sentiero Alpino Calanca. L’avevamo raggiunto alcuni anni fa, trovate la relazione della gita cliccando QUI.
Dopo la pausa pranzo iniziamo la lunga discesa attraverso la Val Curciusa, che finalmente vediamo srotolarsi in tutto il suo splendore sotto i nostri occhi.
Prima di partire mi ero chiesta se il toponimo “Curciusa” avesse a che fare con “corto”, ma questa valle è tutto meno che corta. Ho poi scoperto che significa “corte chiusa”, in riferimento ai pascoli dell’alpe racchiusi tra le alte montagne circostanti, si tratta in particolare del Piz Bianch, Piz di Ross, Piz di Pian, Pizzo Ferrè, Cima de Val Loga, Pizzo Zoccone e Pizzo Tambo, tutte vette maestose che superano i 3’000m d’altezza.
La valle è stupenda e dall’alto appare ancor più meravigliosa, con i pascoli verdi attraversati dall’Areuabach, un torrente dall’acqua grigiastra di origine glaciale, alimentato dallo scioglimento del ben visibile Ghiacciaio de la Curciusa.
Il sentiero è sempre segnalato ma tra una chiacchiera e l’altra finiamo per distrarci e oooops…di punto in bianco ci rendiamo conto di essere rimasti sul lato sbagliato del torrente. Dopo qualche tentativo di attraversamento andato a vuoto, decidiamo infine di togliere calze e scarponi e guadare il corso d’acqua alla maniera islandese. Che gelo!
Ritrovata la retta via facciamo un piacevole incontro con una mandria di cavalli. Alcuni sono così simpatici che si avvicinano per farsi accarezzare, è più probabile che siano alla ricerca di qualche leccornia che esuli dalla solita erba…purtroppo però non abbiamo nulla da offrirgli.
Anni fa io e Mauro ci stavamo informando per un viaggio in Mongolia e ricordo che sul web apparivano spesso fotografie di pascoli verdi abitati dai cavalli e oggi, la visione dell’alpeggio con i cavalli lasciati in libertà, mi ricorda proprio la Mongolia…mancano solo le yurte!
In effetti sarebbe un bel luogo dove pernottare in tenda, ma dei cartelli presenti in loco indicano che è vietato campeggiare.
Dopo aver percorso circa 12 km ci lasciamo alle spalle la Val Curciusa, transitiamo dall’Alp de Rog, entriamo nell’Areuatal e iniziamo a percorrere i rimanenti 5 km verso Nufenen.
Arriviamo alla macchina dopo 4 ore di discesa, una discesa piuttosto dolce e graduale in realtà, che ci ha salvato sia le gambe che i piedi dai soliti acciacchi.
Bellissima traversata in una zona selvaggia e poco frequentata (noi abbiamo incontrato una sola persona) alla scoperta di un nuovo bel rifugio in stile “Piramidi d’Egitto” o “Toblerone” e della “Mongolia Grigionese”.
(scritto da: Ale)