Data: | 1 settembre 2009 |
Partenza: | Svizzera, Ticino, Valle di Blenio, Valle Santa Maria, Passo del Lucomagno |
Difficoltà: | T3+ |
Dislivello: | 1281 m |
Lunghezza: | 10.8 km |
Tempi (soste comprese): | 3h 5min. (salita) + 2h 20min. (discesa) |
Tragitto e profilo: | vai alla cartina su SvizzeraMobile |
Lunedì dopo aver visionato le promettenti previsioni meteo, decidiamo per il giorno seguente di prendere vacanza. Alla sera ricontrolliamo per sicurezza la meteo che viene riconfermata, per martedì mattina è previsto un ampio soleggiamento mentre l’arrivo delle nuvole dovrebbe limitarsi solo al pomeriggio. Così andiamo a dormire felici di poter far vacanza il giorno dopo e raggiungere una meta in programma ormai da molto molto tempo! Tante volte la gita è stata rimandata a causa del tempo incerto, sarebbe un peccato arrivare in cima per vedere nulla! Martedì 1. settembre 2009 sveglia di buon’ora…occhiatina fuori dalla finestra e sorpresa! Il cielo è coperto di nuvole…cavolo!!! Giramento di scatole megagalattico!
Controlliamo sul sito di Meteoblue (che si è rivelato più affidabile di altri già in diverse occasioni) la mappa della Svizzera e le previsioni riguardanti lo spostamento delle nuvole durante le diverse ore della giornata. Nella regione del Lucomagno dovrebbe essere bello durante la mattina…e io ho deciso che voglio far vacanza oggi, quindi verso le 7:00 partiamo ugualmente per il Passo del Lucomagno! Parcheggiamo in uno spiazzo accanto alla strada proprio davanti all’imbocco della galleria nella zona denominata “Löita delle Fontane”, punto dal quale parte il sentiero che sale allo Scopi.
Partiamo alle 8:05, sopra di noi il cielo è blu ma verso sud stanno purtroppo arrivando le nuvole!
La temperatura sugli 11°C ci fa capire che ormai l’estate è arrivata agli sgoccioli e ci stiamo avviando lentamente verso l’autunno, ad ogni modo preferisco sgambettare al fresco, si viaggia meglio.
L’itinerario che seguiamo per raggiungere la cima dello Scopi è quello classico, la via normale e la più semplice per salire alla vetta. Il sentiero non è marcato con i colori ma è comunque ben visibile ed evidente, è inoltre marcato sulla CN 1:25’000. Per il primo chilometro seguiamo il pianeggiante sentiero che passa sopra la galleria del Passo del Lucomagno, arrivati a quota 1971m iniziamo a salire dolcemente con risvolti per i pascoli nella zona Puoza dil Scopi. Salendo il nostro sguardo incontra due belle cime, una nel versante ticinese del Lucomagno e cioè il Piz Rondadura, nel versante grigionese invece il Piz Gannaretsch. Arrivati a quota 2488m i prati lasciano velocemente posto ai neri sfaciumi caratteristici della zona (argilloscisti e calcescisti), sui quali saliremo fino alla vetta. Poco dopo aver superato la quota 2488m il sentiero si dirige verso la cresta e troviamo quello che all’apparenza sembra essere un bivio, il sentiero si biforca: uno va proprio in direzione della cresta sulla quale inoltre vediamo un omino di sassi, l’altro sale a sinistra tenendosi poco al di sotto della cresta già citata. Vedendo l’ometto di sassi decidiamo di seguire il sentiero che porta alla cresta…grande sbaglio!
Se seguite questa variante e non siete amanti del vuoto come me la situazione potrebbe diventare spiacevole. Il sentiero giusto era ovviamente l’altro al quale ci siamo ricongiunti poco più su dopo aver superato un breve tratto di cresta esposta! Unico momento delicato della giornata…per mia fortuna! Siamo di nuovo sul sentiero, quello esatto, e quindi continuiamo a salire passando da quota 2770m. Nel frattempo sono arrivate le nuvole e in men che non si dica ci ritroviamo in mezzo alla nebbia più totale! Tira un vento gelido e ci tocca indossare la giacca, perché iniziamo a sentire il freddo. La visibilità è scarsa, sotto e sopra di noi non riusciamo a scorgere nulla ma fortunatamente il sentiero è ancora ben visibile. Un attimino di riflessione: “Continuiamo o torniamo indietro? E se la situazione peggiora? Se poi non vediamo più il sentiero?”…belle domande! Alziamo lo sguardo, le nuvole in alto scorrono veloci a causa del vento e dopo qualche istante intravvediamo la nostra meta. La speranza è quella che la cima sia fuori dalle nuvole, se così fosse ci troveremmo per la prima volta su una montagna con un mare di nuvole sotto di noi. È da tanto che desideriamo vedere una cosa del genere e con questa speranza decidiamo quindi di proseguire per la vetta. Saliamo in mezzo alla nebbia fino a quota 2952m e dopo aver scavalcato un facile affioramento roccioso siamo finalmente al sole! Evviva! Da quota 3000m circa vediamo benissimo la nostra meta, una piramide nera e sullo sfondo uno stupendo cielo azzurro! Vediamo bene pure la nera cresta che si stacca verso sud dallo Scopi e porta fino al Pizzo del Corvo. Il sole batte sui sassi creando riflessi luccicanti, tra i neri sfaciumi vediamo qua e là piccoli cristalli e pietre simili al quarzo ma di colore arancione.
A separarci dalla cima sono ora solamente gli ultimi ripidi 200m che superiamo salendo a zig-zag nella pietraia, il terreno è franoso e bisogna procedere con attenzione. Questo non è di certo uno di quei sentieri da percorrere a passo di corsa, bisogna stare attenti in salita e soprattutto in discesa. Oltrepassiamo le ultime rocce aiutandoci con le mani e arriviamo alla vetta! Ce l’abbiamo fatta, siamo sullo Scopi 3’189.9 m.s.m.! Un altro “3’000” ticinese che entra a far parte delle nostre conquiste!
Giuseppe Brenna nella “Guida delle Alpi Ticinesi 3”, Edizioni CAS, dice in merito a questo sentiero che se lo si lascia nel tratto terminale c’è il rischio di trovarsi su ripidi pendii di fine pietrisco instabile. Beh c’è da credergli…
Il panorama è fantastico, restiamo senza parole! Un mare di nuvole a sud e cielo limpido sgombro da nubi in direzione nord. Lo Scopi pare voglia segnare un confine, c’è come una linea immaginaria che separa le nuvole. La giornata è stupenda e lo spettacolo che ci si apre davanti agli occhi è incredibile, non potevamo chiedere di meglio!
Siamo felici di non essere tornati indietro e per fortuna non siamo andati a lavorare! 🙂
Sulla cima ci aspettavamo di pelare dal freddo a causa del forte vento e invece non ce n’era e faceva più caldo lassù che al Passo del Lucomagno!
La cima dello Scopi ormai si sa, è uno scempio fatto di costruzioni militari! Cemento armato e antenne da tutte le parti la fanno purtroppo da padrone, ma nonostante ciò il panorama è veramente eccezionale e vale la pena salirci. Corriamo a destra e a manca, scattiamo foto come dei pazzi, sembriamo due giapponesi! Nord, sud, est e ovest…le cime che appaiono all’orizzonte sono davvero molte. Siamo sul confine tra Ticino e Grigioni, il Ticino non lo vediamo però…le nuvole sembra ci vogliano suggerire per una volta di non concentrarci solo sul nostro piccolo Cantone ma guardare più in là del nostro naso, là fuori ci sono tante altre montagne che meritano di essere viste e fotografate. Una delle poche montagne casalinghe a far capolino dalle nuvole non può che essere lei, la nostra vetta più alta: l’Adula.
Verso ovest spuntano invece i giganti vallesani e bernesi, gli immancabili Finsteraarhorn, Lauteraarhorn e ancora il Galenstcok coperto dal Tiefengletscher.
A nord nel Canton Grigioni vediamo il gigantesco massicio del Tödi e l’Oberalpstock.
Sotto di noi appare per metà il Lai da Sontga Maria con la sua diga di cemento armato.
Una visione che mi affascina molto è quella sulla nera cresta che scende al Pizzo del Corvo, il contrasto delle pietre nere con il mare di nuvole bianco che sta sotto di essa è molto forte, mi pare quasi di guardare una fotografia in bianco e nero. Sotto le nuvole si vede a tratti il Glatscher da Casatscha che ricopre il versante orientale del Pizzo del Corvo.
A nord dello Scopi si trova subito la cima del Piz Miez che vediamo in primo piano.
Sullo Scopi ci sono degli operai che stanno lavorando e sentiamo un profumino di cucina arrivare da uno dei bunker sottostanti. La piccola teleferica di servizio che arriva fino alla vetta va su e giù e durante tutto l’arco della giornata sentiamo purtroppo un elicottero che fa avanti e indietro per trasportare materiale nei dintorni della stazione a valle della funivia. Quando si dice “la pace in montagna”! Dal lato “stereofonico” la giornata non è stata molto rilassante.
Il sig. Brenna dava 3h30min per arrivare in vetta, noi con il nostro “passo-da-bradipo” (come ormai lo chiama Mauro) camminando lentamente ma senza troppe pause, abbiamo raggiunto la cima in 3h05min. Ritmo costante, fatica limitata, prestazione soddisfacente.
Dopo numerosi scatti e il meritato pic-nic decidiamo a malincuore di scendere, vista la costante presenza delle nuvole a bassa quota abbiamo il timore che la discesa tra la nebbia potrebbe diventare problematica. Verso le 12:20 ci incamminiamo sperando che la situazione non sia peggiorata e il sentiero ancora visibile nonostante la nebbia.
Sullo Scopi ci sono degli operai che stanno lavorando e sentiamo un profumino di cucina arrivare da uno dei bunker sottostanti. La piccola teleferica di servizio che arriva fino alla vetta va su e giù e durante tutto l’arco della giornata sentiamo purtroppo un elicottero che fa avanti e indietro per trasportare materiale nei dintorni della stazione a valle della funivia. Quando si dice “la pace in montagna”! Dal lato “stereofonico” la giornata non è stata molto rilassante.
Il sig. Brenna dava 3h30min per arrivare in vetta, noi con il nostro “passo-da-bradipo” (come ormai lo chiama Mauro) camminando lentamente ma senza troppe pause, abbiamo raggiunto la cima in 3h05min. Ritmo costante, fatica limitata, prestazione soddisfacente.
Dopo numerosi scatti e il meritato pic-nic decidiamo a malincuore di scendere, vista la costante presenza delle nuvole a bassa quota abbiamo il timore che la discesa tra la nebbia potrebbe diventare problematica. Verso le 12:20 ci incamminiamo sperando che la situazione non sia peggiorata e il sentiero ancora visibile nonostante la nebbia.
Procediamo con cautela fino a quota 3000m, il ripido tratto sotto la cima va affrontato con attenzione onde evitare di scivolare. Dopo aver superato l’affioramento di rocce,
scendiamo sullo stesso sentiero percorso durante la salita mattutina, la nebbia fortunatamente è meno fitta di quanto previsto. Dopo 2h30min di discesa arriviamo all’auto sotto il sole, accompagnati dal continuo fischio delle marmotte allertate dal nostro passaggio. Da non dimenticare che oggi è il primo giorno d’apertura della caccia. Abbiamo visto e sentito un cacciatore poco lontano da noi, sparare e raccogliere una bestiolina da terra, presumibilmente una lepre o una marmotta. Ma la caccia a questi animali è attualmente consentita?!
Poco pirma di raggiungere la macchina, tra i prati trovo due diverse specie di genziane, si assomigliano molto per forma, dimensioni e colore ma la Genziana germanica ha cinque petali mentre la Genzianella campestre ne ha solo quattro, che belli questi fiorellini viola!
Beh in conclusione, se già non era abbastanza chiaro, direi che la gita mi è piaciuta tantissimo, è stata stupenda con panorami indimenticabili e priva di grosse difficoltà.
Poco pirma di raggiungere la macchina, tra i prati trovo due diverse specie di genziane, si assomigliano molto per forma, dimensioni e colore ma la Genziana germanica ha cinque petali mentre la Genzianella campestre ne ha solo quattro, che belli questi fiorellini viola!
Beh in conclusione, se già non era abbastanza chiaro, direi che la gita mi è piaciuta tantissimo, è stata stupenda con panorami indimenticabili e priva di grosse difficoltà.
Questo è stato il nostro itinerario:
Passo del Lucomagno/Löita delle Fontane – Scopi Su (1971 m) – quota 2205 m – Puoza dil Scopi – quota 2488 m – quota 2770 m – quota 2952 m – Scopi (3189 m)
(scritto da: Ale)