Laghetto di Chironico + Rifugio Sponda + Pizzo Forno

Data: 5 e 6 settembre 2009
Partenza: Svizzera, Ticino, Valle Leventina, Chironico, Valle
Difficoltà: T2 + T4-
Dislivello: 1540 m + 897 m + 1952 m (discesa)
Lunghezza: 10.1 km + 10.5 km
Tempi (soste comprese): 3h 30min. (Laghetto di Chironico) + 2h (Rifugio Sponda) + 2h 45min. (Pizzo Forno) + 4h 15min. (discesa)
Tragitto e profilo: vai alle cartine su SvizzeraMobile: Laghetto Chironico + Pizzo Forno

1° GIORNO:

Partiamo da casa verso le 8:30 e un’ora più tardi siamo a Valle, località che si trova al termine della stretta strada asfaltata che dal paese di Chironico sale nell’omonima valle.
Di sicuro alcuni si ricorderanno degli articoli apparsi sui giornali durante l’autunno-inverno scorso, quando si parlava di una frana scesa sopra il paese Chironico, la grossa quantità di detriti aveva addirittura sporcato le acque del Fiume Ticino.
Ecco…questa frana ha invaso la piazza di giro al termine della strada sopraccitata, perciò girare l’auto e trovare un parcheggio potrebbe rivelarsi un grande casino!
Attorno alle 9:30 siamo di fronte ai cartelli di Valle 940m, pronti alla partenza.
Del previsto tempestoso vento da nord fortunatamente non vi è nemmeno l’ombra… meglio così! I cartelli danno 3 ore fino al Laghetto e 3h30min al Rifugio Sponda, ultima indicazione questa che col senno di poi mi sembra un po’esagerata, in 3 ore si raggiunge tranquillamente la capanna.
Partiamo…il sentiero entra subito nel bosco e poco dopo passiamo davanti ad una piccola Cappella, superata questa il sentiero si trasforma in una larga e comoda mulattiera che sale a zig-zag con leggera pendenza. Passiamo davanti ad un’altra Cappella questa volta più grande e transitando da quota 1046m e dalle cascine di Artengo 1338m in un’ora di cammino raggiungiamo il nucleo di Cala a quota 1469m.
Cala è un piccolo paesino di montagna, qui si trova pure una bianca e graziosa Chiesetta con un particolare campanile in pietra costruito separatamente, i rustici sono ben tenuti segno che la zona è tutt’ora molto frequentata. Da Cala il panorama inizia ad aprirsi sulla Val Chironico e nella direzione opposta verso le cime della Leventina, vediamo spuntare il Matro con la sua antennona e più a nord il Pizzo Erra coperto dai ripari valangari. La giornata è davvero fantastica e siamo solo all’inizio!
Ripartiamo seguendo il sentiero indicato che passa tra le cascine ed un lavatoio ancora in ottimo stato, superato il nucleo di Cala camminiamo in falsopiano prima tra pascoli e poi in mezzo ad una pineta fino a raggiungere la deviazione per il Laghetto a quota 1497m.
Sul percorso ci imbattiamo in due cacciatori (gli unici visti durante il week-end) che salutano si ma mi guardano un po’in cagnesco…forse sarà per i rumorosi campanellini che ho appeso sul sacco?!? Visto il periodo di caccia ho ben pensato di rispolverarli, li avevo presi l’anno scorso per il Canada, là servivano per avvisare gli orsi della nostra presenza…eheh!
Segnalazione: a quota 1497m (altezza indicata pure dall’altimetro di Mauro) si trova un bivio con cartelli indicatori. Sui cartelli viene marcato questo punto con quota 1537m, se guardate la cartina potete vedere però che il bivio di quota 1537m è quello successivo. Quindi chi ha messo i cartelli lo ha fatto troppo presto…al bivio sbagliato.
Niente paura in ogni caso i sentieri conducono sia alla capanna (in su) che al lago (in giù), inoltre su un sasso per terra c’è scritto a caratteri cubitali “LAGO” e quindi ci incamminiamo in quella direzione. Da notare comunque che i sentieri da noi percorsi in Val Chironico erano tutti ben marcati in bianco-rosso-bianco ed è quindi difficile perdersi, e poi si sa…”tutte le strade portano a Roma…o alla Capanna Sponda”.
Siamo di nuovo operativi e in leggera discesa continuiamo ad andare in direzione del Laghetto che rispetto a dove ci troviamo ora sta dalla parte opposta della valle! Dobbiamo quindi scendere, attraversare il fiume Ticinetto e risalire dal versante opposto fino alla conca che ospita il lago.
In zona Passo Ciú a quota 1430m attraversiamo un piccolo riale e proseguiamo un po’ in piano e un po’in discesa fino ad arrivare al ponte di legno che ci permette di attraversare il Ticinetto. Dal ponte in avanti troviamo tantissimi cespugli di mirtilli e piantine di lamponi che vista la zona poco frequentata sono ancora stracarichi di bacche.
I lamponi in effetti sono un po’passati, i mirtilli invece sono maturi al punto giusto.
Ce ne sono un’infinità e noto con piacere che le bacche sono enormi…li avranno modificati geneticamente?! Visto che non siamo di fretta ci fermiamo un po’qua e un po’là ad ingozzarci, alla fine ci obblighiamo ad andare avanti onde evitare un’indigestione…mmmh che buoni! Dopo un tratto di pianura superati i cespugli di mirtilli ricominciamo a salire in direzione del Laghetto, il sentiero è sempre ben segnalato e segue un lungo traverso passando da quota 1633m e 1676m. Poco prima di raggiungere il lago ci sono dei punti dove il tracciato è invaso dall’acqua e un tratto dove il sentiero corre a strapiombo sopra la vallata, da lì si vede fin giù al paese di Chironico e inoltre si vedono bene i monti di Cala, il panorama è stupendo ma meglio concentrarsi e fare attenzione a dove si mettono i piedi. Poco prima del lago incontriamo una vecchio rifugio di pescatori ormai in disuso. Alle 13:00 dopo 3 ore e 30 minuti di cammino siamo d’arrivo al Laghetto (di Chironico), wow che bello!
Il lago è racchiuso in una conca rocciosa alla quale fanno da cornice: il Poncione Croara e la Cima Bianca (a sinistra), il Passo di Piatto (al centro) ed il Pizzo dei Laghetti (sulla destra). Per avere una buona visione dell’intero lago si dovrebbe salire per guardarlo dall’alto, noi abbiamo evitato di farlo visto che nel tardo pomeriggio dovevamo spararci ancora 500m di salita per arrivare in capanna. Il Passo di Piatto (probabilmente chiamato così perché è proprio piatto…elementare Watson) collega la Val Chironico con la Val Verzasca e permette la discesa ad una delle capanne della SEV Società Escursionistica Verzaschese che si trovano sulla VAV Via Alta della Verzasca e cioè la Capanna Cognora, per quanto ne so il sentiero che scende nel versante verzaschese è di tipo alpinistico bianco-blu-bianco con passaggi attrezzati da corde e scalette, va quindi affrontato da escursionisti esperti e con passo fermo.
Il Laghetto si trova a quota 1763m, è di origine glaciale ed è pescoso, in effetti l’unica altra persona che incontriamo sulle sue rive è un pescatore. L’acqua del lago è di un bel color turchese che si trasforma in blu intenso verso il centro dove raggiunge la sua massima profondità di circa 40m. È veramente bello, il richiamo è forte e vorrei quasi farmi un tuffo ma l’arietta fresca che tira nei dintorni mi fa subito cambiare idea.
Troviamo un bel sasso e ci sediamo al sole per la pausa pranzo, si sta benissimo…che pace! A riva notiamo tanti piccoli pesciolini che si muovono freneticamente e sembra stiano facendo un party!
Abbiamo tutto il tempo per girovagare così dopo aver mangiato Mauro ne approfitta per costruire un Inukshuk a filo d’acqua nel laghetto mentre io scatto foto a destra e sinistra.
Il cartello indicatore nei pressi del lago ci informa che per raggiungere il Rifugio Sponda dovremo camminare ancora 2 ore così poco prima delle 15:00 ci prepariamo alla partenza. Prima di abbandonare definitivamente il lago saliamo per un pezzetto sul sentiero che conduce all’Alpe del Laghetto così da poterlo vedere e fotografare dall’alto.
È proprio bello questo laghetto e siamo felici di aver fatto questa deviazione prima di salire in capanna, ne valeva la pena e oltre al lago abbiamo pure scoperto una buona parte della Val Chironico. Altro buon motivo per intraprendere la gita. Nei dintorni del torrente che fuoriesce dal laghetto e precipita a valle c’è un pianoro erboso cosparso da cespugli di mirtilli, da questo punto vediamo la bella cima del Pizzo Forno e sotto ai margini del bosco si scorge pure la nostra prossima meta e cioè il Rifugio Sponda. Notiamo inoltre che il tratto dove passa il sentiero che dovremo prendere per arrivarci è molto molto ripido, cosa che a dirla tutta non ci entusiasma particolarmente!
Sono le 15:00 e lasciamo il lago, percorriamo a ritroso il sentiero della mattina e così facendo ci abbassiamo di circa 250m fino a ritrovare il ponte e attraversare il Ticinetto a quota 1500m. Il bivio che ci interessa si trova poco più su a quota 1515m in zona Ragada e lì troviamo il cartello indicatore, il sentiero che sale al Rifugio Sponda è segnalato e si parla di 1h10min per arrivarci. Inseriamo la modalità “passo-da-bradipo” e lemme lemme iniziamo a salire, 500m praticamente verticali attraverso un bosco di larici ci portano dopo circa 50minuti di duro cammino ai pascoli dell’Alpe Sponda 1928m.

Qui ci fermiamo per salutare della strane caprette e i cavalli che gironzolano fuori dagli edifici, di umani neanche l’ombra. Dieci minuti più tardi varchiamo i cancelli del Rifugio Sponda.

Il Rifugio Sponda è di proprietà della SAT Chiasso, è una capanna non custodita e di regola non c’è servizio di mezza pensione. La capanna dispone di 56 posti letto con piumini, è moderna e confortevole.
La capanna è mezza vuota ma per nostra fortuna è presente un responsabile della SAT Chiasso che gentilmente si offre di prepararci la cena, grazie mille! Dopo tanta fatica fa piacere essere “viziati” un pochino! Inoltre questo signore ci mostra sulla cartina nel dettaglio il sentiero da seguire domani per salire al Pizzo Forno, informazioni che si riveleranno preziose.
Serata trascorsa in ottima compagnia e notte stupenda illuminata dalla luna piena, peccato fosse troppo freddo per star fuori ad osservare il panorama.

Questo è stato il nostro itinerario:

Valle (940 m) – Cala (1469 m) – quota 1497 m – quota 1430 m – ponte sul Ticinetto – quota 1676 m – Laghetto (1763 m) – ponte sul Ticinetto – quota 1567 m – Alpe Sponda (1928 m) – Rifugio Sponda SAT (1997 m)


2° GIORNO:

Giornata più che perfetta per salire in vetta al Pizzo Forno, bella cima che dai suoi 2907m di altitudine domina la Val Chironico.
Partiamo alle 7:45 sotto il sole dal Rifugio Sponda, l’erba dei pascoli è bagnata a causa della brina che si sta sciogliendo. Nella notte infatti la temperatura deve essere scesa sotto lo zero visto che in alcune pozze d’acqua notiamo delle sottili lastre di ghiaccio!
Il primo tratto dell’itinerario è semplice e molto piacevole, dal Rifugio Sponda attraversiamo ampi pascoli seguendo il comodo sentiero che costeggia a sinistra il Ri di Vedle incanalato in una valletta. Questo sentiero marcato in bianco-rosso-bianco (un po’sbiadito ma sempre evidente) è quello che porta al Passo di Ghiacciaione, noi però lo abbandoniamo prima di arrivare al passo, attorno a quota 2600m.
A quest’altezza, dove inoltre il terreno si spiana prima dell’ultima ripida salita, pieghiamo decisi verso destra in direzione del Pizzo Forno, da qui in avanti il sentiero fino alla vetta non è più marcato. Superiamo una scarpata che a vederla inizialmente dal basso sembra quasi verticale, ma che per finire si rivela meno ripida di quanto immaginato, e arriviamo ai piedi di una grande pietraia.
Il capannaro ci ha consigliato di non salire subito nella “ganna” in direzione della cima ma piuttosto di rimanere bassi e proseguire quasi orizzontalmente tenendoci poco sopra il salto roccioso bene in evidenza sulla Carta Nazionale 1:25’000. Qua e là scorgiamo degli ometti di pietra che ci aiutano ad individuare il miglior punto di passaggio.
I massi sui quali camminiamo sono grandi e stabili, perciò ci creano poche difficoltà.
Arriviamo ad una dorsale inizialmente erbosa che scende dalla cima del Pizzo Forno, anche questa la si vede bene sulla CN. Sempre seguendo i consigli del capannaro e qualche ometto di pietra iniziamo a salire, la salita è ripida e il panorama sottostante non è di quelli che mi entusiasmano troppo, penso “se qui parto non mi fermo più” e il salto sottostante non lascia scampo, 500m di vuoto! Procediamo quindi lentamente facendo attenzione agli appoggi, dove ci sentiamo meno sicuri ci aiutiamo con le mani e continuiamo. Arriviamo nuovamente in mezzo a grandi massi che dobbiamo per forza superare per arrivare in vetta, anche questi sono grossi e stabili, però qui il terreno è molto ripido e ogni tanto guardando in basso mi chiedo “Dove cavolo sto andando?!? Riuscirò ancora a scendere da qui?”. Per salire ci aiutiamo spesso con le mani, Mauro è davanti e studia il terreno per capire dove è meglio passare, qualche volta l’intuizione non è esatta e ci tocca tornare indietro per aggirare dei sassi giganti da un punto migliore.
Per fortuna il tratto è breve, in effetti sono solo gli ultimi 100m circa prima di arrivare in cima a crearci qualche piccola difficoltà. Arriviamo in cresta ma la cima vera e propria con l’omino di sassi è spostata un po’sulla destra e per arrivarci dobbiamo scavalcare le ultime pietre, alle 10:30 circa siamo in cima al Pizzo Forno! Evviva ce l’abbiamo fatta!
La giornata è stupenda, cielo azzurro e nemmeno una nuvola. Con la cessazione del vento da nord bisogna dire che in basso è già arrivata un po’di foschia e le foto scattate in direzione di Biasca non sono un granché visto che a quell’ora avevamo il sole contro.
Ad ogni modo il panorama è spettacolare, 360° di cime tutte attorno a noi, fantastico!
Di sicuro una delle visioni più belle è quella sulle tre piramidi del Pizzo Penca, Pizzo Tenca (non marcato sulla CN 1:25’000) e Pizzo Campo Tencia…sono lì vicine e sembra quasi di poterle toccare! Nell’alta testata della Val Piumogna vediamo il catino che ospita il Lago di Morghirolo e più in basso scorgiamo la Capanna Campo Tencia, la si nota grazie al nuovo fabbricato di legno chiaro costruito lì accanto. Altra bella montagna che appare non troppo distante è la Corona di Redorta, magnifica vetta della Val Verzasca. Davanti a noi pure il bel panettone del Pizzo Barone con il quale ci diamo appuntamento all’anno prossimo!
Oltre la catena di montagne a confine tra Leventina e Val di Blenio tra le quali notiamo la piramide del Pizzo Molare, si alzano i 3000 della Valle del Sole.
Spicca la cima dello Scopi visitato qualche giorno fa, la montagna nera dai lineamenti perfetti ossia il Piz Terri…io e Mauro l’abbiamo eletta la più bella del Ticino, il Grauhorn e poi lei la più alta tra tutte…l’Adula.
I soliti giganti Vallesani, Bernesi ed Urani l’avrete capito…non mancano mai!
Sul Pizzo Forno ci aspettavamo di trovare il famoso “Gipfelbuch” ma niente, forse c’era un tempo, nel grosso omino di sassi che sta sulla vetta c’è un buco sospetto che lo lascia intendere. Dopo aver sgranocchiato qualcosa verso le 11:45 ci rimettiamo in cammino pronti per la lunga discesa verso valle che ci porterà a superare un dislivello di 2000m, a pensarci mi vien male! Seguendo con attenzione lo stesso percorso di salita scendiamo in poco più di dure ore al Rifugio Sponda, dove ci fermiamo per la pausa pranzo.
Verso le 15:00 ci rimettiamo in marcia e ci portiamo velocemente all’Alpe Sponda.
All’alpe troviamo i cartelli indicatori e prendiamo il sentiero che si tiene alto e ci porta 100m più in basso, a quota 1828m, dove troviamo un altro palo con cartelli.
Qui di nuovo su consiglio del capannaro (è stato gentilissimo) seguiamo per arrivare a Cala il vecchio sentiero, più “brutto” (c’è un tratto esposto assicurato da cordine d’acciaio) e a volte non più marcato (erba alta e cespugli) ma più diretto e veloce. Questo è l’ex sentiero che un tempo portava alla capanna, ora tutti utilizzano l’altro, in effetti questo non viene più pulito e nemmeno segnalato dai cartelli. Noi abbiamo optato per questa variante per limitare il tempo di discesa, 2000m sono davvero molti…ed io mi son trovata a pensare diverse volte “prima arrivo alla macchina, prima finisce l’agonia delle mie povere ginocchia”! Da Cala ritroviamo la mulattiera seguita il giorno prima e senza intoppi raggiungiamo Valle e la nostra auto in meno di un’ora.
Che goduria potersi togliere gli scarponi! Piedi, ginocchia, schiena e spalle non ne potevano più!
Week-end bellissimo alla scoperta di una valle selvaggia e poco frequentata, tutto quello che abbiamo visto è stato apprezzato al 200%!!!
Il Laghetto, il Rifugio Sponda ed il Pizzo Forno con i suoi ampi panorami…tutto valeva la pena di essere visto, tutto super! Il tempo è stato dalla nostra parte regalandoci due giornate davvero stupende!

Questo è stato il nostro itinerario:

Rifugio Sponda SAT (1997 m) – Motta delle Fontane – quota 2600 m circa – Pizzo Forno (2907 m) – Rifugio Sponda SAT (1997 m) – Alpe Sponda (1928 m) – quota 1828 m – quota 1660 m – Cala (1469 m) – Artengo (1338 m) – Valle (940 m) 

(scritto da: Ale)

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