Pizzo Erra (2’416 m)

Data: 1 settembre 2013
Partenza: Svizzera, Ticino, Valle Leventina, Lavorgo, Monte Angone, Suaggia
Difficoltà: T2
Dislivello: 860 m
Lunghezza: 12.5 km
Tempi (soste comprese): 2h 20min. (salita) + 2h (discesa)
Tragitto e profilo: vai alla cartina su SvizzeraMobile

Questa escursione l’avevamo in testa già da un po’e così dopo aver letto una relazione su www.hikr.org decidiamo che è giunto il momento anche per noi di salire in vetta al Pizzo Erra.
La meteo sembra migliore di quanto previsto e dunque partiamo senza esitazioni!
Per la prima escursione settembrina ci dirigiamo in auto verso la Leventina, usciamo dall’autostrada a Faido, imbocchiamo la strada cantonale fino a Lavorgo e poi su, passando da Calonico raggiungiamo il Monte Angone e continuando per un breve tratto su una comoda strada sterrata arriviamo a Suaggia dove parcheggiamo in un grande spiazzo.

Il nostro itinerario:

Suaggia (1542 m) – quota 2197 m – Rifugio Pizzo Erra (2197 m) – Pizzo Erra (2416 m)

Il primo bivio, sulla sinistra a pochi minuti di marcia dalla partenza, è quello da non mancare e seguendo alla lettera le indicazioni lette in internet troviamo senza problemi il cartello di caduta sassi e l’anonimo segno arancione che ci portano sulla retta via.
Da qui in avanti il sentiero sale dolcemente con molti, moltissimi risvolti attraverso un bel bosco di larici. Superato il bosco sbuchiamo sull’ampia strada sterrata del Consorzio Ripari Pizzo Erra, utilizzata appunto per il trasporto del materiale necessario alla costruzione e manutenzione dei molti ripari valangari che addobbano le cime soprastanti compresa quella del Pizzo Erra.
Seguiamo la strada tagliando dove possibile, nella zona vi sono i ripari, vasche di contenimento, pietre franate, pietre fatte esplodere…sembra di camminare in trincea.
Al termine della sterrata raggiungiamo il Rifugio Pizzo Erra, struttura anch’essa del Consorzio pensata e costruita per gli operai al lavoro quassù.
Sul muro esterno della costruzione non si possono non vedere le scritte a caratteri cubitali in arancione fosforescente accompagnate da grandi frecce che indicano l’imbocco dell’ultimo tratto di sentiero per il Pizzo Erra. Seguiamo dunque le indicazioni e zig-zagando attraverso i ripari valangari, superiamo gli ultimi 200 metri di dislivello e a 2 ore e 20 minuti dalla partenza raggiungiamo facilmente la vetta.
Come spesso capita (o almeno a noi è capitato spesso soprattutto quest’anno!!!) arriviamo in cima con la solita nuvola fantozziana che fa sparire il sole!
Sul Pizzo Erra al posto della solita croce vi è una strana scultura in ferro nella quale è custodita la gamella con il libro che non manchiamo di firmare.
Il panorama dalla cima è grandioso, ci troviamo a cavallo di due importanti valli, Leventina da una parte e Val di Blenio dall’altra mentre a sud si estende la Riviera che risulta comunque poco visibile a causa del Matro che fa da sbarramento.
A colpirci maggiormente sono le montagne che coronano il versante orografico destro della Leventina, bellissimo in particolare è il Pizzo Forno che si alza proprio di fronte a noi!
Guardando in Val di Blenio ci troviamo davanti la Cima del Simano, la Cima di Gana Bianca, l’Adula…altri bei ricordi. Pappata l’insalata di pasta e scattate le foto decidiamo di scendere, perché tira un’arietta veramente gelida e senza sole il freddo è a dir poco pungente, altro che estate!
Alle 12:25 ripartiamo, seguiamo per filo e per segno lo stesso itinerario di salita e in due ore siamo di ritorno alla macchina dove questa bella e soddisfacente escursione si conclude.

(scritto da: Ale)

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