Data: | 7 marzo 2021 |
Partenza: | Svizzera, Grigioni, Valle Mesolcina, San Bernardino |
Difficoltà: | WT3 |
Dislivello: | 811 m |
Lunghezza: | 10.7 km |
Tempi (soste comprese): | 1h 20min. (Motton) + 1h 30min. (Pass di Passit) + 1h 30min. (discesa) |
Tragitto e profilo: | vai alla cartina su SvizzeraMobile |
Ennesima giornata di bel tempo, così possiamo svolgere la traversata dal Motton al Pass di Passit, sopra il villaggio di San Bernardino in Mesolcina.
Il pericolo valanghe odierno è di grado 1 e nonostante in quota le temperature non dovrebbero alzarsi come negli scorsi giorni, partiamo comunque abbastanza presto.
Il solito parcheggione presso l’Alpe Frach è quest’anno transennato e non accessibile, così lasciamo l’auto nell’enorme posteggio gratuito all’uscita dell’autostrada.
Questo è l’itinerario ad anello:
San Bernardino (1629 m) – El Frach – quota 1658 m – Confin Basso – quota 1946 m – Motton (2154 m) – Alp de Confin – laghetti senza nome quota 2272 m – quota 2204 m – quota 2247 m – quota 2204 m – Pass di Passit (2081 m) – rifugio/laghetto quota 2074 m – Pass di Passit (2081 m) – quota 1978 m – quota 1814 m – Bosch d’Isola – quota 1616 m – quota 1658 m – El Frach – San Bernardino (1629 m)
In passato siamo già saliti in inverno come pure in estate sia al Motton che al Pass di Passit, conosciamo dunque la zona abbastanza bene.
Se prese singolarmente, queste due mete si prestano per essere raggiunte in mezza giornata, combinandole insieme ne vien fuori invece un bel giro di circa 11 km con 800 metri di dislivello.
Anche per questa escursione facciamo notare che non esiste un percorso invernale ufficialmente segnalato, ma almeno per la prima parte di salita da San Bernardino al Motton, si può dire che l’itinerario è molto frequentato e di conseguenza evidente.
Da El Frach ci alziamo accanto alla funivia in disuso, risalendo quella che un tempo era la pista da sci, il terreno è fin dal principio bello ripido e guadagniamo velocemente quota.
Raggiunto Confin Basso attraversiamo il Ri de Confin, spostandoci a sinistra per poi risalire il ripido canalone situato alla base N del Motton, così facendo sbuchiamo nei pascoli superiori dell’Alp de Confin.
Arrivati ai piedi del Motton ci basta salire ancora di pochi metri per raggiungere la cima e i grandi gendarmi di sasso costruiti su di essa.
La vista da qui spazia su San Bernardino, la Val Vignun e la zona del Passo del San Bernardino.
Come al solito sul Motton non è più rimasta una gran neve e ci troviamo a racchettare sull’erba.
Va anche detto che la poca rimasta a terra è di pessima qualità e non durerà più a lungo.
A causa dell’immancabile venticello gelido, ci fermiamo solo un attimo per fotografare il sempre magnifico panorama, poi ci rimettiamo in marcia.
Ora dobbiamo arrivare alla bocchetta senza nome di quota 2’204m, ma per poter attraversare in sicurezza la valle dove scorre il Ri de Confin (eh già ce ne sono due di riali in zona che portano questo nome!) è meglio alzarsi di circa 100-150 metri.
Proseguiamo quindi in direzione de I Rodond camminando tra dolci colline nei pascoli innevati dell’Alp de Confin. Arrivati al rudere di una stalla pieghiamo a sinistra e salendo ancora di qualche metro ci troviamo improvvisamente su un bel pianoro, che corrisponde a una zona di piccoli laghetti senza nome, qui il Ri de Confin si nota appena e con facilità riusciamo a passare sull’altro lato. Ora possiamo di nuovo abbassarci e senza problemi arriviamo alla bocchetta di quota 2’204m.
Mauro a questo punto decide di fare una piccola deviazione panoramica e così saliamo di fronte a noi, fin sul motto senza nome di quota 2’247m.
Lo si potrebbe definire il fratello gemello del Motton, anche da quassù la vista su San Bernardino e dintorni è davvero stupenda, peccato che la visibilità odierna sia compromessa da una densa foschia.
Per il pic-nic decidiamo comunque di arrivare al Pass di Passit così da mangiare al riparo dal vento. Non manca più molto, ci basta infatti tornare alla bocchetta e scendere verso il valico.
Arriviamo al piccolo rifugio in riva al laghetto dopo 90 minuti dalla partenza dal Motton.
Il paesaggio attorno è bellissimo e la neve è ancora in gran parte intatta, segno che in inverno la zona è poco frequentata.
Il Pass di Passit mette in comunicazione la Mesolcina con la Val Calanca e di quest’ultima vediamo una bella vetta alzarsi sullo sfondo, sembra piuttosto alta, potrebbe trattarsi della Cima dei Cogn sul confine con la Val Malvaglia.
A sud, oltre il Pass de la Cruseta, notiamo invece il Piz Pian Grand raggiunto con fatica nel settembre 2010, mentre immediatamente di fronte a noi si alza imponente la Cima de la Fopela.
Dopo la pausa inizia la parte più complessa di questa racchettata.
La via è meno chiara di quanto ricordavamo ed è sufficiente sbagliare di poco per trovarsi su pendii ripidi ed esposti al rischio slavine. Anche noi oggi incontriamo qualche difficoltà, Mauro controlla di frequente cartina e GPS e dopo un po’di “ravanage“ tra gli alberi, ritroviamo il sentiero ufficiale. In ogni caso per evitare dei traversi poco felici NON bisogna assolutamente seguire il sentiero alto che da quota 1’978m va in direzione di quota 1’838m, è un tratto pericoloso, molto ripido e soggetto al rischio valanghe.
A quota 1’616m sbuchiamo sulla pista di fondo in riva al Lago d’Isola e seguendola torniamo facilmente verso l’Alpe Frach.
Gita molto bella ma non proprio semplice, serve un buon senso d’orientamento soprattutto nel tratto Pass di Passit – San Bernardino.
Forse, e sottolineo forse, potrebbe risultare più facile effettuare il percorso in senso contrario.
La zona immediatamente sotto al Pass di Passit, tra quota 2’081 e quota 1’978m, è soggetta alla caduta di valanghe, noi oggi abbiamo osservato i resti di due slavine da reptazione scese fino al margine del sentiero. Prestare dunque attenzione e consultare sempre il bollettino valanghe, di questi periodi è inoltre consigliato partire presto ed evitare di essere sul percorso nei momenti più caldi della giornata.
(scritto da: Ale)