Data: | 21 novembre 2020 |
Partenza: | Svizzera, Ticino, Valle Leventina, Piotta, Piora, Cadagno |
Difficoltà: | T2 |
Dislivello: | 700 m |
Lunghezza: | 11.9 km |
Tempi (soste comprese): | 1h 10min. (Lago di Dentro) + 1h (discesa alla Capanna Cadagno) + 1h 10min. (Motta) + 20min. (discesa) |
Tragitto e profilo: | vai alla cartina su SvizzeraMobile |
Neve, ghiaccio, vento e la parziale mancanza di sole (nota bene che la meteo parlava di ben soleggiato…vorrei sapere di quali strane sostanze abusano quelli che fanno le previsioni!?) ci hanno obbligati a ridimensionare l’escursione che avevamo programmato nella regione del Ritom.
Comunque la zona è stupenda, quindi nonostante le rinunce ne è venuto fuori un bel giretto a zonzo per laghetti alpini.
Questo l’itinerario di ripiego che abbiamo intrapreso:
Cadagno di Fuori (1917 m) – Alpe di Piora (1963 m) – Capanna Cadagno (1987 m) – Piano Corona – Stabbio delle Pecore di Dentro – Lago di Dentro (2297 m) – quota 2330 m – Stabbio delle Pecore di Dentro – Pian Murinascia (2019 m) – Capanna Cadagno (1987 m) – Alpe di Piora (1963 m) – Bresciàn – Cadagno di Dentro (1930 m) – Lago Cadagno (1921 m) – Cadagno di Fuori (1917 m) – Alpe Tom – Motta (2116 m) – Cadagno di Fuori (1917 m)
Con l’auto arriviamo fino a Cadagno di Fuori, in questo periodo non gira nessuno e la strada è transitabile fino al parcheggio che sempre grazie al periodo risulta essere gratuito.
Un cartello avvisa invece che i parcheggi presso la diga del Ritom sono limitati a causa di un cantiere.
Da Cadagno ci incamminiamo su sterrata e passando di fianco agli stabili dell’Alpe di Piora e alla Capanna Cadagno, raggiungiamo l’imbocco del sentiero bianco-rosso che ci porterà al Lago di Dentro, il primo specchio d’acqua sulla nostra tabella di marcia.
Non pensavamo di trovare neve fresca, invece dobbiamo fare i conti con un sottile strato di polvere che rende l’erba secca ancor più scivolosa del normale. Attorno a quota 2’260m ci tocca attraversare il riale, in questo punto la forte pendenza e la presenza di ghiaccio rendono il passaggio insidioso. Grazie ad alcune acrobazie riusciamo a passare ma mentalmente ci annotiamo di non passare più di qui in discesa…che è meglio!
Dopo 70 minuti di cammino arriviamo al Lago di Dentro, un posto sempre meraviglioso.
Certo con il sole sarebbe ancor più bello…e soprattutto meno gelido!
La nostra idea iniziale era quella di proseguire verso il Piatto della Miniera per andare alla ricerca degli stambecchi, ma di percorrere un sentiero bianco-blu con queste condizioni non se ne parla.
La beffa arriva quando da lontano vediamo uno stambecco gironzolare sui pendii sotto il Pizzo Corandoni…beh ovvio…che smaronamento galattico!
Scattiamo qualche foto al lago e al panorama che verso Cadagno è particolarmente bello, poi scendiamo perché fa freddissimo. Per evitare l’attraversamento del riale affrontato poco prima, decidiamo di scendere in picchiata per i prati. Il terreno in questa zona è coperto in gran parte da cespugli di ginepro e rododendro e gli scarponi hanno un’ottima aderenza. Come volevasi dimostrare, durante la discesa le nuvole si dissolvono e tutto d’un tratto ci ritroviamo sopra la testa un bellissimo cielo blu. In una decina di minuti raggiungiamo il Pian Murinasca e ritroviamo il sentiero ufficiale, seguendolo raggiungiamo la Capanna Cadagno dove ci fermiamo a pranzare all’interno del rifugio invernale, la nuova struttura è così ben isolata che l’escursione termica tra fuori e dentro si fa piacevolmente sentire. Dopo il pic-nic usciamo di nuovo al gelo e per sfruttare la giornata decidiamo di recarci al Lago di Tom prendendo il sentiero che dall’Alpe di Piora segue l’intero perimetro del Lago di Cadagno. Così facendo notiamo in lontananza, sempre sui pendii a ridosso del Pizzo Corandoni, un nutrito gruppo di stambecche con i piccoli. Non sono per nulla vicini quindi accantoniamo subito l’idea di avvicinarci e proseguiamo verso il Tom.
Il Lago Cadagno ci offre stupendi riflessi di montagne che si specchiano nelle sue acque blu.
Lungo il sentiero che collega i due laghi incontriamo parecchia gente, sono molti infatti gli escursionisti che nonostante il periodo compiono il classico giro “Ritom, Tom, Cadagno”, sempre una garanzia quando si vuole fare qualcosa di bello e semplice.
Noi dopo 70 minuti raggiungiamo la Motta a 2’116m dalla quale possiamo ammirare in un sol colpo la triade di specchi d’acqua appena citati. Il panorama è magnifico, peccato per il sole che a causa delle velature continua ad essere un po’ “spento”.
Dopo una decina di minuti torniamo a Cadagno di Fuori per lo stesso sentiero di salita.
Che dire, dal punto di vista meteo giornata freddissima e meno soddisfacente del previsto, stendiamo un velo pietoso sulla caccia fotografica allo stambecco…torneremo, per il paesaggio invece la zona Ritom-Piora è sempre una garanzia in qualunque stagione dell’anno.
(scritto da: Ale)