Data: | 7 novembre 2020 |
Partenza: | Svizzera, Ticino, Locarnese, Valle Onsernone, Spruga |
Difficoltà: | T2 |
Dislivello: | 1119 m |
Lunghezza: | 12.6 km |
Tempi (soste comprese): | 2h (al Laghétt di Salèi) + 40min. (Pizzo Zucchero) + 1h 50min. (discesa) |
Tragitto e profilo: | vai alla cartina su SvizzeraMobile |
Una volta scoperto che la funivia Zott-Salèi è chiusa per la stagione invernale, decidiamo di tornare per l’ennesima volta al laghetto e di raggiungere il Pizzo Zucchero, dove invece non siamo mai saliti. Il punto di partenza della gita è Spruga, ultimo paesino della Valle Onsernone.
Questo è il nostro itinerario:
Spruga (1112 m) – Al Tabíd – Al Piansécc (1422 m) – quota 1495 m – Al Pescéd (1778 m) – quota 1975 m – Al Laghétt di Salèi (1923 m) – quota 1806 m – quota 1750 m – Pizzo Zucchero (1898 m) – quota 1750 m – Capanna Salèi (1780 m) – quota 1741 m – La Funtana dela Vertüra – quota 1495 m – Al Piansécc (1422 m) – Al Tabíd – Spruga (1112 m)
La salita da questo versante consente di godere dei raggi del sole per quasi tutta la giornata, una cosa per noi fondamentale in questo periodo dell’anno.
Superato il nucleo di Spruga il sentiero si alza nel bosco, si tratta di un itinerario bianco-rosso segnalato in modo impeccabile e che non pone alcuna difficoltà (T2).
Poco dopo aver superato le cascine situate in località Al Piansécc incontriamo un bivio, qui c’è solo da decidere se salire prima da una parte per poi scendere dall’altra o viceversa…dilemmone! Mauro pensa pensa pensa poi suggerisce di prendere a sinistra per salire al lago passando dall’Alpe Pescéd. Infatti a causa del periodo e del sole basso, se si arriva al lago in tarda mattinata o nel pomeriggio lo si trova in ombra. Una volta che il sole è passato dietro il Münzelümm, l’ombra della montagna lascia il laghetto al buio.
Proseguiamo quindi verso l’Alpe Pescéd continuando a salire attraverso un bosco di larici e calpestando un tappeto arancione fatto di aghi da poco caduti.
Dall’alpeggio il panorama inizia ad aprirsi sull’alta Valle Onsernone e sulla Val Vigezzo.
Qui troviamo un nuovo bivio e noi prendiamo sempre a sinistra andando a costeggiare i fianchi occidentali del Munzelümm, mentre saliamo la vegetazione si fa più rada a beneficio del panorama che diventa sempre più bello. Poco prima di arrivare a quota 1’975m transitiamo in una zona d’ombra dove troviamo brina e ghiaccio, questo comunque non ci complica le cose e dopo due ore di facile salita arriviamo al Laghetto dei Salèi…che meraviglia!
Sono le 10:15 e lo specchio d’acqua, come Mauro aveva intuito, è illuminato dal sole.
Dato che non gira nessuno ce la prendiamo con calma e scattiamo numerose foto contemplando il magnifico paesaggio che ci circonda, certo se fossimo saliti quassù alcune settimane fa avremmo trovato i larici nel pieno del loro splendore autunnale ma anche tanta gente, la funivia infatti è stata chiusa solo lo scorso week-end.
Dopo aver giringirato attorno al laghetto scendiamo verso la Capanna Salèi e in circa 45 minuti raggiungiamo con facilità il Pizzo Zucchero. Sulla sua sommità è stata costruita un’altalena e visto che non c’è nessuno ne approfitto per farmi un giro e tornare così un po’ bambina…all’asilo l’altalena era il mio passatempo preferito! All’arrivo di un gruppetto di gitanti cedo loro il posto e concentro le mie attenzioni sull’incredibile panorama. Dal Pizzo Zucchero la vista spazia sulle Valli Onsernone e Vergeletto spingendosi fino al Lago Maggiore e al Piano di Magadino.
Da qui possiamo inoltre osservare la meta che avevamo inizialmente scelto per l’escursione odierna, ovvero il Pizzo Ruscada. Vista la densa foschia presente già negli scorsi giorni, abbiamo deciso di rinunciare alla salita e a conti fatti direi che abbiam fatto bene.
Dopo la pausa pranzo scendiamo passando di fianco alla Capanna Salèi, attualmente chiusa per il periodo invernale. In seguito prendiamo il sentiero che al bivio di quota 1’495m si ricongiunge a quello percorso di mattina e rientriamo a Spruga.
Gita semplice e molto bella, non è nemmeno troppo lunga quindi è fattibile da chiunque abbia un minimo di allenamento e voglia di camminare, anche quando la funivia è chiusa.
(scritto da: Ale)