Data: | 31 luglio 2022 |
Partenza: | Svizzera, Ticino, Valle Leventina, Valle Bedretto, 1km prima del Passo della Novena |
Difficoltà: | T3 |
Dislivello: | 394 m |
Lunghezza: | 4.4 km |
Tempi (soste comprese): | 3h (giro completo) |
Tragitto e profilo: | vai alla cartina su SvizzeraMobile |
Era da un po’ che avevamo adocchiato questa escursione ma trattandosi di una gita davvero breve (di solito non ci spariamo troppi km in auto per camminare solo qualche ora), avevamo deciso si tenerla lì in standby e farla prima o poi per spezzare un futuro viaggio di andata o ritorno dal Vallese.
Quindi stavolta, se abbiamo fatto questo “strappo alla regola” e ci siamo diretti in cima alla Val Bedretto per stare a spasso solo tre ore, posso dire grazie alla mia migliore nemica Emicrania. Se mi fossi sentita bene avremmo svolto tutt’altra escursione ma visto il mio stato comatoso abbiamo deciso di ripiegare su qualcosa di più semplice e breve…e il bello è che durante la gita mi è passato pure il mal di testa! La Montagna è un’ottima cura!
Il punto di partenza di quella che si rivelerà una magnifica escursione, è il parcheggio sterrato presso l’ultimo curvone prima di arrivare sul Passo della Novena (ovviamente salendo dal versante ticinese), più precisamente si tratta del curvone a quota 2’410m.
L’itinerario, nel nostro caso si è trattato di un giro ad anello, si sviluppa in parte in “off-road” e in parte sulle tracce di un vecchio sentiero a volte poco visibile. Sebbene non presenti grosse difficoltà tecniche, per intraprenderlo è necessario un minimo di senso d’orientamento.
Questo è stato il percorso:
Strada del Passo della Novena curvone (2410 m) – laghetto ca. quota 2’500 m – Laghetto (2’685 m) – Gonerlücke (2740 m) – Laghetto (2685 m) – quota 2692 m – Laghetto (2565 m) – Strada del Passo della Novena curvone (2410 m)
Il primo tratto di sentiero è piuttosto evidente e dal curvone di quota 2’410m dei segni bianco-rossi un po’ sbiaditi guidano gli escursionisti attraverso i pascoli fino al primo laghetto senza nome situato circa a quota 2’500m.
Attorno a questo primo specchio d’acqua crescono un sacco di eriofori, avete in mente quei bellissimi fiori bianchi batuffolosi tipo cotton fioc? Aldilà di questo laghetto il prato inizia a mescolarsi alla pietraia e il sentiero si fa meno evidente, noi abbiamo risalito il pendio verso destra, più che altro per andare a fotografare delle simpatiche “Nez Noir du Valais”, le iconiche pecorelle vallesane pelose-ricciolute-cornute.
Da circa quota 2’650m il terreno di marcia diventa al 100% sassoso e puntando in direzione del visibile valico situato tra il Pizzo Gallina e il Pizzo Nero, che porta il nome di Gonerlilücke, si arriva dopo circa un’oretta totale di marcia al bellissimo laghetto di quota 2’685m. Il paesaggio da qui, con il Griesgletscher, il Blinnenhorn e il Bättelmatthorn sullo sfondo, è un vero incanto. Chi si aspettava di imbattersi in tutta questa bellezza facendo un giro così breve a dei laghetti che nessuno s’è mai degnato di battezzare? Per la cronaca questi piccoli specchi d’acqua vengono identificati come Laghetti del Pizzo Gallina e del Gonerlilücke, ma sulla Carta Nazionale non hanno alcun nome. Puntando ai resti del vicino ghiacciaio si scopre un altro minuscolo laghetto formatosi dalle sue acque di scioglimento. Il luogo è davvero stupendo e direi quasi surreale, rocce tutt’attorno e nel mezzo due laghetti situati a poca distanza uno dall’altro, uno dalle acque blu, l’altro con la tipica colorazione dovuta all’acqua da ghiacciaio azzurro grigiastra, sullo sfondo maestose montagne. Per apprezzare ancor più questa cartolina basta poi alzarsi fino al Gonerlilücke, una breve salita su pietraia che porta a quota 2’740m, il panorama dal passo è così bello che lascia letteralmente senza parole.
Ritornati al laghetto di quota 2’685m si punta a Ovest in direzione del Pizzo Gallina poiché sotto di esso, più precisamente a quota 2’565m, si trova l’ennesimo specchio d’acqua che si presenta con delle acque belle verdi.
Per raggiungerlo è necessario affrontare una ripida discesa su terreno misto di erba e rocce, è la tratta un pelino più impegnativa dell’intera gita e per quanto breve è meglio farla avendo ai piedi delle calzature adatte (no sandali o scarpe da ginnastica con le suole lisce).
Per tornare al parcheggio abbiamo deciso di scendere costeggiando il riale spostandoci in seguito sotto i pendii del Chilchhorn e dopo aver salutato altre pecorelle siamo andati giù a naso per i prati puntando all’ormai visibile strada della Novena.
Per concludere, se già non si era capito, direi che questa mini gita ci è piaciuta moltissimo e pur essendoci fatti una pre-idea dei posti che avremmo visto, ci ha sorpresi in modo più che positivo e ben oltre le nostre aspettative.
L’ennesima prova che per vedere qualcosa di strabello non è sempre necessario camminare per ore, macinare un sacco di chilometri e superare dislivelli da capogiro.
(scritto da: Ale)