Data: | 16 ottobre 2021 |
Partenza: | Svizzera, Ticino, Bellinzonese, Monte Carasso, Mornera |
Difficoltà: | T4 |
Dislivello: | 1248 m |
Lunghezza: | 11.4 km |
Tempi (soste comprese): | 3h 30min. (salita) + 2h 30min. (discesa) |
Tragitto e profilo: | vai alla cartina su SvizzeraMobile |
Dopo ben 14 anni è finalmente giunto il momento di ritornare sulla Cima dell’Uomo, vetta alta 2’389m che si affaccia sulla regione del Piano di Magadino ed è raggiungibile sia dai Monti della Gana sopra Cugnasco, che da Mornera dove si arriva con la funivia da Monte Carasso.
Noi scegliamo proprio quest’ultima opzione. È risaputo che a Monte Carasso c’è penuria di parcheggi ma partendo sul presto riusciamo a trovarne uno disponibile a pochi passi dalla funivia. Alle 8:30 arriviamo in Mornera e diamo ufficialmente il via alla nostra escursione lungo questo itinerario:
Mornera (1344 m) – Pian di Nar – quota 1705 m – Capanna Albagno – Alpe Albagno (1872 m) – Bocchetta d’Erbea (2251 m) – Bocchetta della Cima dell’Uomo (2277 m) – Cima dell’Uomo (2’389 m)
Alla Capanna Albagno siamo già stati numerose volte e il sentiero che la raggiunge è semplice e segnalato alla perfezione (T2), la salita avviene in principio nella pineta, poi da quota 1’700m circa si entra nel mondo dei larici che in questo periodo mostrano i magnifici colori dell’autunno.
Rispettando le tempistiche dei cartelli ufficiali arriviamo alla capanna dopo 90 minuti di salita.
La struttura, situata ai piedi del Gaggio, è di proprietà dell’UTOE Bellinzona e oggi la troviamo inaspettatamente ancora aperta e custodita, sinonimo di “pit-stop-birra” quando rientreremo nel pomeriggio.
Il cartello in loco ci informa che per raggiungere la Cima dell’Uomo dovremo camminare altre due ore, così dopo una breve pausa ci rimettiamo in marcia.
Superate stalle e caprette sull’Alpe Albagno iniziamo a salire tra i pascoli in maniera più decisa verso la Bocchetta d’Erbea. I segni bianco-rossi si susseguono con frequenza e la via da seguire risulta sempre chiara ed evidente. Senza difficoltà arriviamo al valico, uno stretto pertugio tra le rocce largo meno di un metro che consente il passaggio in Valle di Moleno. Dal nostro lato sole, dall’altro buio totale. Di qua un terreno coperto ancora in parte dall’erba, di là una colata di sassi grandi e piccoli. Insomma la Bocchetta d’Erbea appare proprio come una porta di passaggio tra due mondi e il mondo che sta nel versante della Valle di Moleno assomiglia molto all’inferno! Ovviamente si tratta di un parere personale e da un contrasto che oggi è reso ancor più evidente dall’eccezionale giornata di bel tempo.
Passati sull’altro lato bisogna fare subito i conti con una breve discesa che si sviluppa però su terreno molto ripido, sassoso e soprattutto instabile. Il canale è attrezzato con delle catene e dei gradini di ferro, nulla di troppo complicato (T3+). Il rischio maggiore è quello di scivolare. È necessario prestare attenzione a non far partire sassi che potrebbero colpire altri escursionisti impegnati a salire o scendere. Nel dubbio meglio aspettare di essere soli. Noi siamo preceduti in discesa da una coppia di ragazzi, una volta che sono fuori dalla traiettoria di un’eventuale caduta sassi, scendiamo a nostra volta negli inferi.
Il sentiero prosegue poi a quota costante permettendoci di attraversare l’anfiteatro di Cazzane sotto le pareti rocciose della Cima d’Erbea. Arrivati sull’altro lato ci tocca risalire un altro ripido canale (meno insidioso), così facendo arriviamo alla Bocchetta della Cima dell’Uomo e passiamo di nuovo nel versante soleggiato della montagna, ovvero al culmine della Valle di Cugnasco.
Ora la vista inizia a spaziare sia sul Lago Maggiore che sulle vette del Pizzo di Vogorno e del Madone, indiscutibili protagonisti dei nostri prossimi scatti.
Sempre seguendo il sentiero, che in questo tratto si snoda sotto impressionanti pareti di roccia, arriviamo ai piedi della Cima dell’Uomo.
A questo punto non rimane che superare il canalino finale, un passaggio verticale di pochi metri dove si rende indispensabile l’utilizzo delle mani, per questo chiudiamo i bastoni e li leghiamo allo zaino.
Nel 2007 il tratto non era attrezzato e ricordo di aver esitato un po’prima di decidermi a salire, le vertigini in certe situazioni non aiutano. Nel frattempo sono stati posati alcuni gradini di ferro per agevolare salita e discesa. Resta il fatto che qui c’è da arrampicare e a tal proposito ci permettiamo di muovere una piccola critica in riferimento alla demarcazione bianco-rossa di questo tratto, che a nostro avviso andava segnato in bianco-blu. Per quanto breve la difficoltà del canalino è secondo noi T4 e sicuramente non è per tutti.
Usciti dal canale facciamo ancora qualche passo e dopo 3h 30 minuti raggiungiamo la Cima dell’Uomo. Il panorama è come lo ricordavamo, davvero bello bello.
La giornata, tolta l’immancabile foschia che avvolge il Sottoceneri, è magnifica e la vista sulle montagne attorno, nonché sui 4’000 che si alzano in lontananza, è a dir poco stupenda.
Dopo un’oretta di pausa torniamo sui nostri passi e seguendo lo stesso itinerario di salita rientriamo a Mornera, concedendoci una pausa birra alla Capanna Albagno.
Anche oggi stupenda escursione coronata dal raggiungimento di una cima assai panoramica e non proprio banale.
(scritto da: Ale)