Data: | 10 agosto 2021 |
Partenza: | Svizzera, Vallese, Val d’Entremont, Orsières, Champex Lac, Grands Plans |
Difficoltà: | T3 |
Dislivello: | 1155 m |
Lunghezza: | 13.4 km |
Tempi (soste comprese): | 2h (Cabane d’Orny) + 1h 30min. (Cabane du Trient) + 2h 50min. (discesa) |
Tragitto e profilo: | vai alla cartina su SvizzeraMobile |
L’abbiamo attesa per anni e finalmente è arrivata.
A cosa mi riferisco? Alla giornata perfetta (o così si spera) per salire alla Cabane du Trient, struttura del CAS Diablerets che sorge a 3’169m di quota.
In realtà non è stata la capanna in sé a farci sognare per tutto questo tempo, ma bensì la sua incredibile location di fronte a ghiacciai e vette alpinistiche di grande pregio.
Diciamo che se siamo venuti di nuovo in Vallese, è quasi solo per questo motivo: raggiungere finalmente la Cabane du Trient.
Detto ciò, ecco qui l’itinerario da seguire pari-pari sia all’andata che al ritorno.
La Breya (2197 m) – quota 2387 m – quota 2464 m – quota 2692 m – Cabane d’Orny (2825 m) – morena del Glacier d’Orny – Cabane du Trient (3’169 m)
Iniziamo dalle cose pratiche, ovvero dal punto di partenza dell’escursione.
In auto bisogna raggiungere la turistica località di Champex-Lac e da lì prendere una seggiovia lentissima e ripidissima che senz’ombra di dubbio metterà a dura prova il self-control di chi soffre di vertigini. Mai vista una roba del genere!
L’impianto in questione apre alle ore 08:00 ed è quello che porta a La Breya, punto di partenza a quota 2’197m della nostra gita odierna.
Si tratta di un’escursione di 13.5km a/r con un dislivello di ca. 1’155 metri, nulla di estremo a conti fatti ma la tipologia del terreno nel tratto Cabane d’Orny – Cabane du Trient, tutto sassini, sassoni, ghiaietta e nevai, pone dei limiti all’abituale andatura. Ad un passo che noi consideriamo normale (e che solitamente combacia con le tempistiche dei cartelli escursionistici) per andare e tornare, bisogna infatti calcolare tra le 6 e le 7 ore solo di marcia, ma questo in sé non sarebbe un problema. Il problema potrebbe nascere qualora si perdesse l’ultima seggiovia delle 17:00.
Per effettuare questa gita senza correre troppo è quindi necessario pianificare bene i tempi, anche perché sarebbe un vero peccato spararsi una salita di tre ore e mezza, arrivare in un luogo tanto paradisiaco e potersi fermare solo per una manciata di minuti!
Basterebbe un’ora di apertura in più per consentire alla gente di svolgere la gita con calma, è davvero un peccato che i gestori dell’impianto di risalita non vi abbiano pensato.
Come avrete forse capito lungo l’itinerario si transita da un’altra capanna, la Cabane d’Orny appunto, situata anch’essa in uno splendido luogo tra cime rocciose, ghiacciai e laghetti dalle acque turchesi. Molti escursionisti arrivano fin qui ed è già un gran bel traguardo.
Il frequentatissimo sentiero che parte dalla seggiovia è ben segnalato in bianco-rosso, impossibile sbagliare. Fino al piccolo pianoro di quota 2’464m si cammina in falsopiano sopra la Combe d’Orny, segnaliamo che nella parte iniziale del percorso alcuni tratti un po’esposti sono attrezzati con dei corrimano (cordine/catene). Da qui in avanti inizia la salita vera e propria e il terreno di marcia diventa presto tutto sassoso. Arriviamo velocemente alla morena glaciale e dopo due ore esatte raggiungiamo la Cabane d’Orny, posizionata a pochi metri da un magnifico laghetto senza nome e affacciata su quel che resta del Glacier d’Orny.
Ci fermiamo giusto il tempo di fare plin-plin e scattare qualche foto, poi in balia di un vento tempestoso aggiriamo il laghetto, avendo così la possibilità di ammirarlo anche dall’alto (STUPENDO) e proseguiamo verso la Cabane du Trient.
Il segnalatissimo sentiero che la raggiunge era un tempo classificato con difficoltà T4, ma la posa di gradini e cordine, nonché il ritiro del ghiacciaio, hanno reso più semplice la via d’accesso tant’è che in diversi punti si nota il ripasso di vernice rossa sui precedenti segni bianco-blu.
La salita alla Trient va comunque affrontata con la giusta concentrazione, poiché alcuni punti esposti comunque si incontrano ancora e il terreno di marcia, pietroso/ghiaioso/sgurettoso, potrebbe cogliere in fallo anche l’alpinista più esperto, soprattutto in fase di discesa.
Inoltre considerata l’altezza, è facile incontrare dei nevai anche a estate inoltrata.
All’incirca a quota 3’100m , dopo aver superato un ripido tratto ghiaioso attrezzato con cordine, scolliniamo e…WOW…restiamo senza parole.
È un’emozione che fa quasi rima con commozione ciò che provo trovandomi all’improvviso faccia a faccia con il Plateau du Trient, un’immensa distesa di ghiaccio e neve coronata dalle guglie rocciose delle Aiguilles du Tour, Aiguilles du Midi e delle Aiguilles Dorées, solo per citarne alcune.
È però necessario fare ancora qualche passo nel sogno, svoltare un ultimo angolo e poi ecco la capanna, dopo tre ore e mezza di salita, il sogno è finalmente realtà.
La Cabane du Trient si affaccia sul ghiacciaio ed è un privilegio poter essere qui ad osservarlo in una splendida giornata di sole, un privilegio che va assaporato appieno visto che i ghiacciai dell’intero arco alpino sono purtroppo destinati a scomparire a causa dei cambiamenti climatici nel corso dei prossimi decenni.
Ovviamente avevamo visto delle foto, sapevamo cosa avremmo trovato una volta alla meta, ma una cosa è vedere un’immagine su uno schermo, un’altra è trovarsi di persona di fronte a tanta bellezza.
Purtroppo a guastare il nostro idillio ci pensa il vento che soffia forte e gelido, siamo dunque costretti a entrare in capanna per trovare riparo. Prendiamo posto a un tavolo accanto alla finestra, così possiamo continuare a goderci il panorama mentre mangiamo le due omelette, senza infamia né lode, che abbiamo ordinato (a dire il vero volevamo i rösti ma ci siamo accorti che usavano quelli industriali preconfezionati e quindi…no grazie!).
Dopo un’oretta abbondante di pausa siamo purtroppo costretti a lasciare questo luogo stupendo.
Salutiamo il Plateau du Trient augurandogli ogni bene e torniamo a valle percorrendo a passo spedito lo stesso itinerario di salita.
La nostra seconda gita vallesana si conclude alla stazione a monte della seggiovia alle 16:20 dopo 2h 50 minuti di discesa.
Escursione bellissimissima, oggi un sogno si è avverato…non credo serva aggiungere altro.
(scritto da: Ale)