Alta Burasca (2’634 m)

Data: 15 agosto 2017
Partenza: Svizzera, Grigioni, Valle Mesolcina, Pian San Giacomo, Pradiron Sura
Difficoltà: T3
Dislivello: 1126 m
Lunghezza: 8.5 km
Tempi (soste comprese): 3h 5min. (salita) + 2h 20min. (discesa)
Tragitto e profilo: vai alla cartina su SvizzeraMobile

Il mare in tempesta non centra nulla in questo caso ma di certo sulla cima calanchina che porta il nome di Alta Burasca non sarebbe simpatico sostare durante un temporale!
Fortunatamente oggi splende il sole e così decidiamo di salire in vetta dal versante mesolcinese, partendo dalla località di Pradiron Sura sopra Pian San Giacomo.

Questo il nostro itinerario su sentiero segnalato fino a quota 2’050m e poi “a naso”:

Pradiron Sura (1579 m) – Alp d’Arbea (1823 m) – quota ca. 2050 m sotto la Cima de la Duleira – Passo Est dell’Alta Burasca (2557 m) – Alta Burasca (2634 m)

Nella Guida delle Alpi Mesolcinesi del CAS il Brenna indica con difficoltà “EE” la salita all’Alta Burasca per la sua cresta est, in effetti gli ultimi metri di salita dalla bocchetta alla cima non sono per nulla complicati, più impegnativa è invece l’ascesa al Passo Est dell’Alta Burasca a quota 2’557m (senza nome sulla CN) su terreno ripido composto principalmente da sassi instabili, non si affrontano comunque tratti esposti e nel globale l’escursione è classificabile con un T3.
Ma andiamo con ordine…da Pradiron Sura fino a quota 2’050m nei pressi della Cima della Duleira, dove si apre il panorama su un bellissimo anfiteatro di montagne, si arriva seguendo un comodo sentiero segnalato in bianco-rosso (T2), lo stesso che avevamo percorso nel 2015 per recarci al Rifugio Pian Grand.
Da qui entriamo in contatto visivo con la nostra meta, la via da seguire appare subito evidente e perciò abbandoniamo il sentiero ufficiale puntando in direzione del Passo Est dell’Alta Burasca.
Dopo aver marciato per un po’tra i cespugli di mirtilli, iniziamo a calpestare sassi. I 300 metri di salita che precedono l’arrivo alla bocchetta ci fanno un po’ penare, Mauro avanza con sicurezza ma io preferisco aiutarmi con le mani dato che ogni volta che sposto i piedi c’è qualche pietra che si muove…non vorrei finire faccia a terra!
Passo dopo passo raggiungiamo il valico ubicato tra il Piz de Trescolmen e l’Alta Burasca e che mette in collegamento la Mesolcina con la Val Calanca. Gli ultimi 80 metri sono semplici e in una decina di minuti siamo in vetta! Evvivaaaa che soddisfazione!
Appena giunti a destinazione ci accorgiamo di aver interrotto il riposino di un gruppo di giovani stambecchi che purtroppo stanno già scappando nella direzione opposta e ai quali a malapena riesco a scattare qualche foto! Gli animali selvatici in quest’area possono stare tranquilli, la zona circostante è infatti protetta dalla bandita di caccia.
Il panorama dalla cima è spettacolare, si vede San Bernardino, la zona punteggiata di piccoli laghetti attorno al Rifugio Pian Grand, il bellissimo Lagh de Trescolmen al culmine della lunga Val Largé, le creste selvagge ai cui piedi si snoda il Sentiero Alpino Calanca.
Una vista mozzafiato insomma, peccato che entro mezzogiorno abbiano già fatto apparizione le solite nuvole cumuliformi!
Osservandola dall’Alta Burasca, appare subito evidente che la cresta nord-est del Piz de Trescomen non è per nulla “EE”, al contrario di quanto sostenuto dal sciür Brenna!
Nel gendarme di sasso non troviamo alcuna gamella, anche se ci fosse stata presumo che nel libro di vetta non avremmo trovato molte dediche, la cima infatti non dà l’aria di essere un granché frequentata ed è proprio questo che la rende ancor più affascinante.
Purtroppo arriva il momento di tornare, scendiamo la ripida pietraia facendo bene attenzione a non andare gambe all’aria e raggiunto il sentiero ufficiale rientriamo senza problemi alla nostra auto parcheggiata a Pradiron Sura.
Per concludere direi che quella odierna è stata una stupenda escursione alla scoperta di zone selvagge e di una cima che regala spettacolari panorami.

(scritto da: Ale)

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