Alp de Carnac (1’950 m)

Data: 16 gennaio 2021
Partenza: Svizzera, Grigioni, Valle Mesolcina, San Vittore, Giova
Difficoltà: WT3
Dislivello: 1067 m
Lunghezza: 12.3 km
Tempi (soste comprese): 3h 15min. (salita) + 2h 5min. (discesa)
Tragitto e profilo: vai alla cartina su SvizzeraMobile

Se la difficoltà di settimana scorsa era solo quella di trovare una meta poco affollata, questo week-end dobbiamo fare i conti anche con il marcato pericolo valanghe e il previsto forte vento, soprattutto al nord del Ticino.
Il Sottoceneri potrebbe essere una soluzione ma dopo il favonio degli scorsi giorni, quanta neve sarà rimasta?
E quindi dove andare? Dilemmone! Nel dubbio mi gioco la carta “luoghi dell’infanzia”.
Nella bassa Mesolcina so per certo che non è caduta neve fresca e suppongo che quella vecchia si sia ormai assestata, di conseguenza almeno in quelle zone il pericolo valanghe dovrebbe essere più ridotto che altrove.
Propongo quindi a Mauro di tentare la salita da Giova all’Alp de Carnac, alpeggio situato ai piedi del Piz de Molinera nel versante della Val Calanca.
Giova è un paesino di montagna dove alcune persone risiedono tutto l’anno, la manutenzione della strada e l’accesso invernale sono dunque garantiti.
Piccola curiosità: in Giova si arriva utilizzando la carrozzabile che parte da San Vittore, la località però è una frazione del Comune di Buseno in Val Calanca.

Tornando alla gita, ecco l’itinerario:

Giova (985 m) – quota 1048 m – ripetitore – Prepiantò (1439 m) – bacino antincendio Folceta – Alp de Palazi – quota 1560 m – Alp de Carnac – Carnac Bass – quota 1560 m – Alp de Palazi – bacino antincendio Folceta – Prepiantò (1439 m) – ripetitore – Giova (985 m)

Da Giova saliamo senza racchette lungo la strada innevata fino al bivio di quota 1’048m dove c’è la macchinetta del pedaggio, da qui prendiamo a destra e seguiamo ancora la strada per alcune decine di metri sino a raggiungere la palina con cartelli indicatori all’imbocco del sentiero.
A questo punto indossiamo le racchette e iniziamo a salire nel bosco. Il sentiero è ben segnalato e le frequenti marche bianco-rosse dipinte sui tronchi degli alberi sono sempre visibili. Individuare il giusto percorso è dunque cosa facile, anche nel caso vi fosse molta neve a terra.
Passiamo dal ripetitore e nella zona di Luzzon dove da piccola andavo a giocare, questo è il “mio” bosco e nonostante ora indossi l’abito invernale, ne riconosco ogni angolo.
Dopo un’oretta sempre in salita attraversiamo la carrozzabile e alcuni minuti più tardi arriviamo nella splendida radura che ospita le cascine di Prepiantò. Il luogo è già bello in estate ma con la neve trovo sia ancora più pittoresco. Passiamo attraverso i monti e superata la chiesetta andiamo a destra, in pochi minuti sbuchiamo di nuovo sulla strada in località Folceta, di fronte al bacino antincendio. Ora la gita si fa un pochino noiosa, dobbiamo infatti seguire la forestale fino al suo termine, camminando in parte all’ombra e guadagnando ben poco dislivello…doppia fregatura!
On the road passiamo dall’Alp de Palazi dove sorge un rifugio di proprietà del Comune di San Vittore. Arrivati in fondo alla strada, a quota 1’560m, troviamo di nuovo le indicazioni del sentiero. Da qui in poi dovremo faticare un bel po’, a precederci vi sono unicamente due sciatori che con le loro pelli hanno solo “accarezzato” il manto nevoso, scopriamo dopo pochi passi che seguendo la loro traccia sprofondiamo lo stesso, quindi in pratica dobbiamo comunque battere il percorso e la neve oggi fa abbastanza schifo. Crostone gelato sopra e neve polverosa sotto che sembra sapone, ad ogni passo lo strato gelato si rompe e la racchetta prima scivola, poi va giù di traverso…una rottura e una faticaccia!
Questo è anche il tratto più delicato dell’intera escursione, il sentiero risale un ripido canalone privo di vegetazione che in caso di neve fresca e instabile potrebbe rivelarsi soggetto al rischio valanghe. Oggi non riscontriamo alcun problema e lemme lemme arriviamo sotto il Piz de Molinera. Vediamo i due sciatori proseguire verso la vetta, noi invece pieghiamo a destra con decisione e affrontiamo l’ultima leggera salita.
Dopo 3h 15 minuti possiamo finalmente esultare di fronte al Rifugio Alp de Carnac, ce l’abbiamo fattaaaa! Attorno a noi osserviamo i pascoli innevati, una distesa candida e immacolata, la bellezza del paesaggio ci fa dimenticare in pochi istanti la fatica fatta per arrivare fin quassù.
Il rifugio è anch’esso di proprietà del Comune di San Vittore, non sappiamo dirvi se è aperto in questo periodo, perché non abbiamo nemmeno provato a entrarvi.
Per godere ancor più del panorama cerchiamo di salire sulla vicina Motta de Carnac, ma rinunciamo dopo pochi passi. La salita è breve ma ripida, si sprofonda fino alle ginocchia e sul percorso vi sono pure dei sassi che nascondono delle buche nelle quali vorremmo evitare di incastrarci. Ci fermiamo quindi ai piedi della Motta per consumare il nostro pic-nic con vista privilegiata sul Pizzo di Claro e l’Alp de Mem.
La temperatura polare ci costringe purtroppo a una pausa più corta di quanto meritato , ma prima di lasciare l’Alp de Carnac mi dedico alle immancabili fotografie.
Per tornare a quota 1’560m scendiamo un po’ dove capita in zona Carnac Bass, cercando di individuare i punti dove la neve si è mantenuta più polverosa.
Arrivati sulla forestale ricomincia il noioso tratto pianeggiante, nel pomeriggio quasi del tutto in ombra, che ci porta di nuovo a Prepiantò. Dai monti scendiamo infine verso Giova seguendo lo stesso sentiero di salita nel bosco.
In conclusione dobbiamo ammettere che non ricorderemo questa racchettata come una tra le più esaltanti, il pezzo su strada è abbastanza palloso, però il paesaggio che si può ammirare una volta raggiunta la meta è davvero magnifico.
Insomma bello ma non bellissimo, comunque abbiamo centrato anche oggi i nostri obbiettivi, vale a dire: evitare la gente, il vento e il pericolo valanghe. YESSSSS!!!

(scritto da: Ale)

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