Capanna Adula UTOE (2’393 m) + Adula-Rheinwaldhorn (3’402 m)

Data: 15 e 16 agosto 2009
Partenza: Svizzera, Ticino, Valle di Blenio, Diga del Luzzone, Diga di Compietto, Prati di Compietto
Difficoltà: T2 + T3+
Dislivello: 741 m + 1005 m + 1717 m (discesa)
Lunghezza: 7.9 km + 15.7 km
Tempi (soste comprese): 2h circa (1° giorno) + 7-8h circa (2° giorno)
Tragitto e profilo: vai alle cartine su SvizzeraMobile: Cap. Adula + Adula

1° GIORNO:

Bellissimo week-end trascorso in alta montagna in compagnia degli amici dell’UTOE Bellinzona che anche stavolta hanno saputo organizzare una fantastica uscita!
Il primo giorno ci siamo portati in quota raggiungendo la Capanna Adula UTOE a 2’393m in alta Val di Carassino.
Visto che la salita fino in capanna richiedeva poche ore è stato deciso di partire solamente nel pomeriggio. Inoltre alla mattina il tempo non era un granché e quindi è stato meglio così, unico tasto dolente il caldo torrido…un’afa bestiale che personalmente mi ha tagliato le gambe negli ultimi 400m di ripida salita!
Ritrovo a Castione alle 13:30, tutti puntualissimi! Dopo aver ridotto il numero delle auto al minimo indispensabile siamo partiti alla volta della Diga di Compietto in Val di Blenio, luogo della nostra partenza.
All’appello 15 persone, compresi i nostri due capi-gita Simone e Martino.
Sacco in spalla (pesantissimo a causa dell’attrezzatura alpinistica, a Mauro è pure stata appioppata la corda da 50m) e attorno alle 15:00 partivamo tutti in direzione della Capanna Adula UTOE. Avevo qualche dubbio di riuscire ad arrivare alla meta, sono partita che accusavo un fortissimo dolore alle cervicali e beh il peso del sacco non è che aiuta in questi casi! Ok che ho quasi un quarto di secolo…ma che carretta!!! Comunque ce l’ho fatta, anzi alla fine il dolore che avevo da una settimana è quasi sparito, miracolo dell’alta montagna?!
Il sentiero che porta alla capanna costeggia il lago della Diga di Compietto sulla sinistra e segue per i primi lunghi (interminabili al ritorno) 6km la strada sterrata della pianeggiante Val di Carassino. Si passa così davanti a diversi alpeggi (Alpe della Bolla, Alpe Carassino, Alpe Cassimoi e Alpe Bresciana) in gran parte ancora caricati, nella valle abbiamo incontrato parecchio bestiame e spesso la strada è attraversata dalle recinzioni elettrificate per gli animali. Durante questi 6km ci si alza lentamente fino a raggiungere la Cappella di Termine a quota 2’031m.
Poco distante dalla Cappella di Termine, a quota 2’012m si trova la Capanna Adula CAS di proprietà del Club Alpino Svizzero, per vederla è però necessario aggirare il dosso erboso che la nasconde. Noi abbiamo piegato immediatamente sulla sinistra seguendo le indicazioni per la Capanna Adula UTOE 400 metri più in alto. La salita da questo punto in avanti si fa ripida e lo sforzo per arrivare alla meta è stato per me notevole visto il gran caldo ed il peso del sacco a gravare su spalle e ginocchia! L’afa mi ha obbligata a diverse pause forzate, mi mancava quasi l’aria! Lemme lemme son riuscita a superare il dislivello e a raggiungere la capanna, continuavo a vederla in lontananza e caspita…sembrava non arrivare mai! Si perde in fretta l’allenamento stando fermi qualche settimana!
La Capanna Adula UTOE sorge su di un bel balcone panoramico nell’alta Val di Carassino ai piedi della morena del Vadrecc di Bresciana, lo sguardo cade nella sottostante Val Soi fin giù al fondovalle bleniese. Al nostro arrivo aleggiava in zona un po’di nebbiolina che però si è dirata in fretta permettendoci dopo cena di vedere il tramonto, quest’ultimo un po’guastato da quella solita foschia mista a nuvole in lontananza.
Cena ottima preparata dalla padrona di casa Lorenza a base di minestra, puré con spezzatino + budino al cioccolato finale! Dopo aver saldato i conti mi son ripassata velocemente prüsik e nodi a “otto”…che memoria ce l’ho fatta al primo colpo! La serata è trascorsa in buona compagnia ridendo e scherzando, l’ora di andare a nanna è però arrivata in fretta e verso le 22:30 tutti in branda! Sveglia prevista alle ore 4:40, colazione ore 5:00, partenza ore 5:30!
E domani tocca finalmente a lei…la vetta più alta del nostro Ticino: Adula 3’402.2 m.
Buona notte…

Questo è stato il nostro itinerario:

Prati di Compietto (1690 m) – Val di Carassino – Alpe Bresciana (1883 m) – Cappella di Termine (2031 m) – quota 2094 m – Cap. Adula UTOE (2393 m)


2° GIORNO:

Dopo una nottata insonne trascorsa a girarmi e rigirarmi nella mia cuccetta (come al solito) alle 4.40 è finalmente suonata la sveglia, 5 minuti di ripiglio e poi tutti in piedi.
Ci siamo preparati e dopo una leggera colazione, alle 5:45 (con 15 minuti di ritardo rispetto a quanto stabilito) eravamo in 15 pronti alla partenza.
Addobbati con pila frontale e muniti di sacco, bastoni, ramponi, cordini, cordone, picozze e imbragature siamo partiti con passo felpato sotto un cielo azzurrino verso l’ambita meta della giornata.
Subito c’è stato un distacco da parte del gruppo “speedy” che ha poi dovuto attendere gli altri e quindi non c’ha guadagnato nulla…ha semplicemente sudato di più! Hihi
Abbiamo seguito dapprima il sentiero segnalato su per la cresta che separa la Val di Carassino dalla Val Soi. Arrivati nei pressi di quota 2642m in zona Giairon c’è toccato superare un breve e facile gradino roccioso (con utilizzo delle mani) prima di arrivare nelle pietraie sottostanti la Cima della Negra. Seguendo gli ometti in sasso abbiamo attraversato la pietraia e poi piegando sulla destra ci siamo immessi sul nevaio fino ad arrivare al punto di incordatura a quota 3000m circa, prima di avventurarci sul Vadrecc di Bresciana.
Siamo arrivati a questo punto attorno alle 7.15 e qui abbiamo atteso l’arrivo dei compagni in balia di un ventaccio gelido in completa assenza di sole. Le operazioni di incordatura sono andate davvero per le lunghe e dopo aver finalmente deciso chi doveva andare con chi siamo riusciti a comporre le tre cordate e alle 8.15 siamo partiti verso la vetta.
In 60 minuti di pausa mi si sono congelati i piedi e la circolazione c’ha messo un attimo per riattivarsi! Eheh in effetti la sosta è stata forse un po’troppo lunga! Inoltre ho avuto il timore di non aver preso con me sufficienti vestiti, avevo già addosso tutto e l’idea di pelare dal freddo in vetta mi ha sfiorato la mente più volte, quindi sono ripartita con qualche perplessità…svanita in seguito con l’arrivo del sole!
Come dicevo alle 8:15 ci siamo incamminati sul Ghiacciaio di Bresciana, (“corda teeeesa” urlava qualcuno) ancora in gran parte ricoperto di neve, a salire c’era un’autostrada, di sicuro l’Adula è una vetta molto gettonata.
Senza incontrare difficoltà di sorta abbiamo attraversato il ghiacciaio passando poco sotto l’Adulajoch e dirigendoci verso la sella a quota 3’253m, bocchetta dalla quale si passa per raggiungere il versante grigionese dell’Adula e portarsi così sul Läntagletscher dal quale poi si arriva in vetta dopo gli ultimi 150m di ripida salita.
La capannara Lorenza aveva avvisato i nostri capigita della presenza di un crepaccio poco prima della bocchetta, quest’ultimo ha fatto capolino dalla neve nell’ultima settimana. Infatti ho poi saputo dall’amico Marcello che durante la sua gita all’Adula del 6 agosto 2009 il crepaccio non era ancora visibile.
La prima cordata che ci precedeva ha superato l’inghippo senza tanti problemi.
La nostra cordata (così composta: Alessandro, Silvio, Mauro, Ale e Andrea) ha invece incontrato un piccolo problemuccio quando il nostro secondo c’è finito dentro, prontamente Alessandro e Mauro hanno reagito tendendo la corda e salvando il malcapitato! Attimino di panico generale, stare con le gambe a penzoloni nel vuoto non deve essere una bella sensazione. Arrivato il mio turno ho dato tutta me stessa per saltare il buco e…ce l’ho fatta! W l’adrenalina! Superato il crepaccio, che è poi stata l’unica difficoltà della giornata, abbiamo sconfinato in territorio grigionese approdando sul bellissimo Läntagletscher. Gli ultimi 150metri di salita per raggiungere la vetta sono davvero ripidi e mi son fatta quasi tirar su di peso fino in cima. Finalmente abbiam visto spuntare la croce di vetta, gli ultimi passi sulla roccia ed alle 9:50 eccoci sul Tetto del Ticino! Adula/Rheinwaldhorn 3’402.2 m.s.m. !!! Tanta gioia e grandissima soddisfazione!
In cima al momento del nostro arrivo non vi era nessun altro. La giornata si è rivelata stupenda, nemmeno una nuvola, cielo azzurro e panorama fantastico a 360°, unica pecca la solita foschia..vabbé non facciamo i difficili!
Non potevamo davvero chiedere di meglio, i miei desideri sono stati tutti esauditi, ho avuto il timore di arrivare in vetta in mezzo alla nebbia ma fortunatamente non è andata così! Visto il tempo impiegato alla mattina per incordarci abbiamo deciso di non più slegarci, il fatto di essere attaccati l’uno all’altro mi ha un po’limitata negli scatti… già sulla cima non vi era un grande spazio di manovra in più bisognava far attenzione a non ingarbugliarci e a non schiacciare le svariate corde con i ramponi (grande danno tagliare una corda!)!
Un po’un casot insomma! Questa volta però non abbiam mancato di firmare il libro di vetta e lasciare un segno del nostro passaggio!
Arrivare in cima è stata per me una grande soddisfazione, da tempo guardavo questa montagna con il desiderio di salirla…sicuramente è un’esperienza che si potrà ripetere in futuro, magari la prossima volta ad inizio estate prima che emerga dalle nevi il famigerato crepaccio! Guardandolo dall’alto ci si rende conto di quanto sia piccolo il Vadrecc di Bresciana, probabilmente tra qualche anno non rimarrà più nulla.
Mi ha colpito la bella visione sulla catena di montagne della Val Malvaglia tra le quali spiccava maggiormente la Cima di Gana Bianca. Le montagne del Ticino viste da 3400m sembravano davvero piccole in confronto! Bellissima la visione frontale sul Güferhorn 3379m circondato dai ghiacciai e anche sulla scura piramide del Grauhorn.
Sotto di noi, sempre in territorio grigionese, la piana del Paradiesgletscher che in data 2 luglio 2008 è stata teatro di un atterraggio d’emergenza effettuato da un piccolo aereo bimotore. Per fortuna in quell’occasione gli occupanti del velivolo ne uscirono indenni.
La cima dell’Adula porta una croce di ferro con annessa scatola per il libro di vetta. Attaccate alla croce c’erano ancora le bandierine di preghiera.

Da notare che nel nostro gruppo di 15 persone c’era pure una signora di circa 70 anni che senza troppe fatiche è arrivata in cima! Che fisico…farei la firma ora se sapessi di arrivare alla sua età ed essere ancora così in forma! Complimenti per la performance!
Dopo una ventina di minuti che eravamo in vetta siamo stati raggiunti da un folto gruppo di gitanti saliti dal Läntagletscher e così la cima è diventata un po’troppo affollata per starci tutti. Come si dice “breve ma intenso” oppure “toccata e fuga”, detto fatto abbiamo fatto i bagagli per iniziare la discesa. Io in tutta sincerità avrei preferito rimanere ancora un po’ma ormai viaggiando in gruppo e per di più tutti legati ci si deve adeguare. Unica preoccupazione della discesa era ovviamente per il crepaccio che dubitavamo si fosse aperto ancora di più a causa dell’alzarsi delle temperature.
Procedendo lentamente e facendo bene attenzione a non scivolare sul pendio ripido che stavamo scendendo (non sarebbe carino arrivargli in schiena con i ramponi a colui che ti precede!), abbiamo abbandonato l’Adula e siamo tornati alla bocchetta di quota 3’253m. Lì ci siamo un attimino fermati per una pausa di riflessione prima di scendere a saltare il crepaccio. Che paüüüra!!!
Il momento doveva comunque arrivare prima o poi e allora via…picozza alla mano pronta per l’uso…ci siamo tutti esibiti nel “salto in lungo del crepaccio” e fortunatamente è andato tutto bene! Io mi son gettata dall’altra parte e a causa del tuffo mi è pure entrata la neve nelle mutande…ma chi se ne frega?!? Ero viva!!! :-))
Con più tranquillità abbiamo ripreso a scendere sul Vadrecc di Bresciana seguendo inizialmente la nostra traccia di salita nella neve e tenendoci quindi alti, poco al di sotto delle rocce che formano la cresta che separa il Vadrecc di Bresciana dal Läntagletscher.
Arrivati nei pressi dell’Adulajoch abbiamo cambiato percorso e anziché restare alti come fatto alla mattina abbiamo deciso di scendere e aggirare dal basso un grosso affioramento di ghiaccio. La neve visto il sole ed il gran caldo iniziava ormai ad essere molle e oltre ad affondare, vista anche la pendenza, si scivolava parecchio. Inciampare con i ramponi ai piedi può diventare pericoloso, si rischia come minimo di tagliarsi i pantaloni e magari di infilzarsi una gamba! Mia bel…tutto ciò non è comunque accaduto.
Durante il passaggio nei pressi dell’affioramento di ghiaccio (ormai la neve è scomparsa in alcune zone del ghiacciaio e ciò che sta sotto riemerge lentamente) abbiamo sentito l’acqua scorrere sotto di esso, rumore inquietante…che ci sarà là sotto?! Tantissimi fiumiciattoli che scavano e vanno a formare cunicoli e crepe. In alcuni punti abbiamo pure notato dei piccoli buchi sotto la neve che siamo riusciti a saltare facilmente senza problemi, crepacci che probabilmente nelle prossime settimane con il caldo torneranno in superficie in attesa della prossima neve.
Arrivati nella pietraia che sta proprio sotto la Cima della Negra ci siamo slegati e abbiamo riposto nel sacco l’attrezzatura alpinistica ormai inutile.
Mentre stavamo scendendo dal ghiacciaio abbiamo incontrato escursionisti che salivano: sul ghiacciaio ad ora tarda, senza imbragatura, senza corda, senza ramponi, senza picozza! Non per essere pessimista ma non c’è da meravigliarsi quando poi succedono certi incidenti. Li abbiamo avvisati del crepaccio  ma sono andati avanti lo stesso…
Dopo una sosta ristoratrice siamo ripartiti in direzione della Capanna Adula UTOE seguendo a ritroso il sentiero percorso alla mattina. Nel frattempo sono arrivate alcune nuvole che hanno parzialmente oscurato la cima dell’Adula proprio nel momento in cui volevo scattarle una foto!
Alle 13:00 eravamo di ritorno in capanna e ci siamo fermati un’oretta per la meritata pausa pranzo prima di riprendere il lungo cammino verso la Diga di Compietto.
Dopo aver salutato e ringraziato la capannara Lorenza per l’ospitalità, attorno alle 14:00 siamo ripartiti seguendo lo stesso sentiero percorso il giorno precedente. Che caldo, che caldo, che caldo! I 6km della Val di Carassino mi son parsi interminabili, bella la valle ma non finiva più…il sacco pesava un casino e avevo la schiena a pezzi per non parlare del mal di piedi! Arrivati alla macchina ho tolto gli scarponi in un batter d’occhio e sono andata a mettere i piedini putridi a mollo nel rialetto! Una goduria…son rinata!

Questo è stato il nostro itinerario:

Capanna Adula UTOE (2393 m) – quota 2520 m – quota 2642 m – Vadrecc di Bresciana – quota 3252 m – Rheinwaldhorn 3402 m – Vadrecc di Bresciana – Capanna Adula UTOE (2393 m) – quota 2094 m – Cappella di Termine (2031 m) – Val di Carassino – Prati di Compietto (1690 m) 

(scritto da: Ale)

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